Si celebra oggi, lunedì, in settanta paesi la giornata mondiale della sclerosi multipla, indetta dalla Federazione Internazionale della sclerosi multipla per porre l’accento sulla malattia cronica tra le più comuni e più gravi del sistema nervoso centrale, che si stima colpisca 2,8 milioni di persone nel mondo, delle quali circa mezzo milione in Europa. In Svizzera, stando alla Società svizzera sclerosi multipla, sono circa 15'000 le persone affette da questa patologia incurabile e ogni giorno si registra una nuova diagnosi. SEIDISERA ha raccolto la testimonianza di Mila Buri, 43enne che da quasi 15 anni convive con questa malattia e con le difficoltà e i pregiudizi che comporta:
“Stavo sciando quando ho avuto una sensazione strana ai piedi: nei mesi successivi mi hanno diagnosticato la malattia – racconta ai microfoni della RSI –. Dopo gli esami mi sono resa conto che la mia vita sarebbe cambiata: ero una persona che non aveva molti limiti ma ho dovuto pormeli. A 30 anni è stato difficile, ma ora è più facile”.
Mila Burri spiega che quando qualcuno le ha accennato alla possibilità che soffrisse di sclerosi multipla non voleva crederci. Lo stesso nome “sclerosi multipla”, continua, fa paura “perché c’è poca informazione, molta confusione”. “Quando me l’hanno diagnosticata ho subito pensato alla sedia a rotelle: magari alle volte ci puoi arrivare vicino, ma io ora sto bene anche se non è sempre stato così, ma al giorno d’oggi c’è un buon margine per preservare la mobilità: bisogna stare attenti tutti i giorni, fare attenzione a non strafare, ma ora mi godo di più anche le piccole cose che prima passavano veloci e delle quali non mi accorgevo”.
Mila Buri continua il suo racconto spiegando che “avere la sclerosi multipla è una sfortuna che non auguro a nessuno, ma nel contempo in questi anni sono diventata madre di due bambini e mi sono sposata: è stata quindi una sfortuna ma accompagnata da molte altre fortune”.
Per quanto riguarda il lavoro, Mila Buri spiega che “tu sai qual è il tuo limite ma non sempre gli altri lo capiscono. Tante volte mi sono trovata a dire di sì ma poi l’ho pagata per mesi”.
La sclerosi multipla, tuttavia, non ha tolto a Mila il desiderio di diventare madre. E per quanto riguarda il suo futuro, conclude spiegando di non pensarci troppo: “È bello pianificarlo, ma preferisco pianificare la giornata, al limite la settimana”.
Il racconto completo di Mila Burri nel servizio in cima all’articolo.