Dieci giorni fa, durante un simposio della Camera di commercio basilese, l’economista zurighese Reiner Eichenberger (direttore del seminario per la Scienza delle finanze all’Università di Friburgo) aveva avanzato la proposta d’introdurre una tassa d’entrata per i frontalieri, che a suo avviso “permetterebbe di controllare meglio l’immigrazione e difendere il mercato del lavoro locale”.
L’idea di Eichenberger trae ulteriore spunto dai dati dell’Ufficio federale di statistica, per il quale nel 4° trimestre 2015 i frontalieri assunti in Svizzera erano oltre 304’000.
Benché la proposta del professore di Zurigo sia stata bocciata dalla Direzione degli affari europei (DAE) del Dipartimento federale degli affari esteri e pure da EconomieSuisse, ha comunque portato il consigliere nazionale e municipale luganese Lorenzo Quadri a formulare lunedì una mozione con cui si chiede al Governo una proposta di balzello "per i frontalieri, a tutela del mercato del lavoro locale e a copertura dei costi (sociali, economici, ambientali ed infrastrutturali) generati dal frontalierato".
EnCa