Il nuovo settore giuridico dell’Ufficio cantonale ticinese della migrazione, nei primi cinque mesi di attività, ha revocato 37 permessi di soggiorno, a cui si aggiungono 18 decisioni di non concedere o non rinnovare un permesso, come pure oltre 400 ammonimenti.
L’Ufficio, creato nell’ambito della riorganizzazione interna della sezione della popolazione, si occupa anche di raccogliere le segnalazioni di casi dubbi o sospette irregolarità provenienti da altre autorità cantonali e dai comuni. Questa funzione è stata ricordata dal Consiglio di Stato nella risposta a un’interrogazione del deputato della Lega dei Ticinesi Massimiliano Robbiani, che prendeva spunto dal caso del presunto boss della ‘Ndrangheta nel Comasco che avrebbe lavorato alle Officine di Bellinzona, facendo il pendolare in Ticino.
L’uomo, si apprende dalla risposta del Governo, aveva ottenuto nel 2010 un permesso G, cioè di frontaliere. Bellinzona non era in quel momento a conoscenza dei suoi guai con la giustizia italiana, appresi solo più tardi tramite i media. Ed è in casi come questo che il nuovo settore deve intervenire, approfondendo casi dubbi segnalati da polizia, uffici cantonali, comuni o datori di lavoro.
Guido Santini, segretario generale del Dipartimento delle istituzioni, spiega alle Cronache della Svizzera italiana che esso ha un altro ruolo "estremamente importante, che è quello di approfondire in modo particolare le nuove domande di permesso, in relazione al fatto che con gli accordi bilaterali non è più possibile pretendere (dal richiedente) l'estratto del casellario giudiziario".
CSI/mrj
CSI 18.00 del 15/03/2015 - Il servizio di Romina Lara
RSI New Articles 15.03.2015, 18:44
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