Venerdì mattina gli inquirenti sono tornati a Cevio, in un’azienda attiva nella selvicoltura e nella costruzione di muri a secco. Si tratta dell’impresa diretta dal 64enne arrestato nei giorni scorsi, dove ha sede anche uno degli enti della valle (di cui lui è membro) che sarebbero stati danneggiati, al pari dei loro sostenitori.
L’ipotesi della procura
È proprio questo il cuore dell’inchiesta. Per anni fondazioni e associazioni legate allo sviluppo del territorio – la Lavizzara soprattutto – avrebbero pagato la ditta per interventi, in parte, mai eseguiti. Gli importi, sottratti sull’arco di diversi anni, sarebbero ingenti. Impossibile però azzardare delle cifre. La vicenda è complessa, e gli accertamenti richiederanno del tempo.
La società di Brontallo
Nel già fitto reticolo di nomi e flussi finanziari è spuntata pure – altra novità – una società di Brontallo. Una Sagl, in cui il 64enne figura come socio, che con l’azienda di Cevio ha rapporti di lunga data. Contatti per l’impiego e il pagamento del personale, sui quali il ministero pubblico vuole vederci chiaro.
Cinque indagati
A Cevio la polizia ha sequestrato nuova documentazione. Una dipendente dell’impresa è poi stata sentita come persona informata sui fatti. Cinque, al momento, gli indagati: il 64enne, due sue parenti, il presidente di un’associazione e un cittadino italiano residente nel Canton Lucerna. I reati ipotizzati sono quelli di truffa per mestiere e amministrazione infedele. Il direttore, come detto, si trova in carcere. Gli altri quattro sono rimasti invece a piede libero.
Valle Maggia, arresto per truffa
SEIDISERA 08.06.2023, 18:22
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