La più efferata serial killer nella storia dell'Australia. Così per vent'anni è stata etichettata Kathleen Folbigg, la madre oggi cinquantacinquenne, uscita dal carcere di Grafton, nello stato del Nuovo Galles del Sud. "È un momento importante per la giustizia di questo stato”, ha dichiarato una esponente del partito Verde, tra coloro che si sono sempre battuti per la sua liberazione.
Condannata al carcere nel 2003 perché ritenuta colpevole della morte improvvisa dei quattro figli, due maschi e due femmine, deceduti uno dopo l'altro nell'arco di dieci anni. Erano poco più che neonati, la più grande aveva un anno mezzo e il processo aveva stabilito che erano stati soffocati, ma Kathleen Folbigg si era sempre dichiarata innocente affermando erano morti per cause naturali. Avevano contribuito alla sua condanna i diari che teneva, nei quali esprimeva difficoltà e ansie di una madre che non si sentiva supportata.
A cambiare la prospettiva un'inchiesta avviata da un giudice in pensione sulla base di evidenze scientifiche emerse nel frattempo e che spiegano ben tre delle quattro morti improvvise, due legate ad una rara mutazione genetica e una ad un'anomalia neurogenetica congenita. “Un anno di indagini che hanno permesso di stabilire il ragionevole dubbio in relazione ai decessi”, ha annunciato il procuratore generale del Nuovo Galles del Sud nel concedere stamane la grazia a Kathleen Folbigg. Un piccolo passo che non potrà mai restituire a questa moderna Medea gli anni perduti e cancellare lo stigma sociale sofferto.