"Senza misure concrete sul terreno, nei giorni e nelle settimane che verranno, l'Unione Europea intera comincerà a crollare": parole, quelle pronunciate dal premier sloveno Miro Cerar, che ben riassumono l'importanza della crisi dei migranti, al centro del mini vertice organizzato questa sera (domenica) a Bruxelles con i rappresentanti di dieci Stati membri e tre non (Albania, Macedonia e Serbia) e la Turchia grande assente. La Slovenia, due milioni di abitanti, ha visto transitare 60'000 persone in dieci giorni.
La crisi minaccia l'unità dei Ventotto: i paesi coinvolti, dalla Grecia alla Croazia, si accusano a vicenda, mentre l'ungherese Viktor Orban si chiama fuori: costruiti dei muri ai confini "non siamo più sulla rotta e quindi rivestiamo solo un ruolo di osservatori". La Commissione europea, che ha organizzato l'incontro, evidenzia il bisogno di "una maggiore cooperazione e di azioni operative immediate". Sul tavolo ci sono 16 proposte per "ripristinare la gestione dei flussi e rallentarli". "Nei Balcani non può esserci solo una prospettiva nazionale", ha riassunto il lussemburghese Jean Asselborn.
dalla radio
Contenuto audio
RG 18.30 del 25.10.2015 Le dichiarazioni del premier sloveno Miro Cerar
RSI Info 25.10.2015, 20:06
RG 18.30 del 25.10.2015 La corrispondenza di Tomas Miglierina
RSI Info 25.10.2015, 20:18
RG 18.30 del 25.10.2015 Il reportage dai confini serbi di Andrea Rossini
RSI Info 25.10.2015, 20:05
Dal TG20:
Continua il flusso di migranti
Telegiornale 25.10.2015, 22:26
La diretta dal vertice di Bruxelles
Telegiornale 25.10.2015, 22:31