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Per McCarthy è "il giorno della marmotta"

Camera statunitense ancora senza speaker, il deputato repubblicano bocciato ormai sei volte da una ventina di compagni di partito

  • 4 January 2023, 22:51
  • 24 June 2023, 01:15
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Bocciato per sei volte

Bocciato per sei volte

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Di: AP/pon

A nulla è servito l'appello di Donald Trump, che aveva chiesto ai suoi fedelissimi di votare per Kevin McCarthy. Alla Camera degli Stati Uniti si sono consumati mercoledì senza esito il quarto, quinto e sesto tentativo di eleggere il nuovo speaker, condizione sine qua non per permettere al ramo parlamentare di avviare i lavori della legislatura. La nuova maggioranza resta quindi nel caos. I lavori sono stati aggiornati.

McCarthy doveva ottenere 218 voti per succedere a Nancy Pelosi, scesi a 217 per la decisione di una collega di partito repubblicana di votare semplicemente "present", di fatto un'astensione. Per tre volte, però, il californiano non è andato oltre i 201 voti. Venti esponenti dell'ala destra dei conservatori hanno continuato a negargli il loro sostegno, preferendogli il deputato della Florida Byron Donalds. I democratici, per contro, sono unanimi nell'appoggiare il loro candidato, il newyorkese Hakim Jeffries, primo classificato con i suoi 212 voti ma anche lui incapace di raggiungere la maggioranza richiesta. "È il giorno della marmotta", ha affermato Kat Cammack nel proporre nuovamente McCarthy prima della sesta votazione.

Quest'ultimo, sebbene vittima di una situazione che non ha precedenti nell'ultimo secolo, non sembra intenzionato a farsi da parte. Nel tentativo di raggiungere il traguardo ha già fatto diverse concessioni ai suoi avversari interni, ma non sono bastate. I due fronti dei repubblicani potrebbero ora nominare ognuno una delegazione ristretta per cercare di raggiungere un'intesa e mettere fine a una situazione che il presidente Joe Biden giudica "imbarazzante" per il Paese.

Dal 1923 a oggi era sempre bastato un solo turno per eleggere lo speaker, anche se sia Pelosi che il repubblicano John Boehner, in un recente passato, erano riusciti ad abbassare il quorum richiesto grazie agli astenuti. Quanto sta accadendo, però, è ancora lontano dal costituire un primato: nel 1855 - ed erano i tempi dei dibattiti sulla schiavitù che sfociarono nella guerra civile - ci vollero 133 votazioni nell'arco di quasi due mesi.

Caos repubblicano alla Camera

Telegiornale 04.01.2023, 21:00

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