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Striscia di Gaza, 10 anni dopo

Sentimenti opposti da parte di coloni e palestinesi sul "Piano di Disimpegno" voluto da Sharon - Il reportage

  • 15 August 2015, 18:10
  • 7 June 2023, 09:40
Un dipinto a Nitzan

Un dipinto a Nitzan

  • Michele Giorgio/RSI

da Gerusalemme, Michele Giorgio

"So che non sarà possibile tornare lì a Gaza. Per me comunque resterà sempre la terra nella quale avrei voluto vivere". Inbar Dabush, del "Gush Qatif Heritage Center" nella cittadina di Nitzan, tra Ashdod e Ashkeolon, parla con nostalgia della vita nella Striscia di Gaza. E come lei gran parte dei circa 10'000 ex coloni israeliani che dieci anni fa furono evacuati da Gaza, sulla base del "Piano di Disimpegno" deciso dal primo ministro dell'epoca Ariel Sharon. Consapevole dell'impossibilità di garantire la sicurezza degli israeliani a Gaza – giunti dopo l'occupazione militare nel 1967 – Sharon mise da parte la sua storica alleanza con il movimento dei coloni e pianificò il ritiro unilaterale da Gaza

Inbar Dabush è la responsabile del Gush Katif Heritage Center il centro che ricorda le colonie di Gush Qatif a Gaza

Inbar Dabush è la responsabile del Gush Katif Heritage Center il centro che ricorda le colonie di Gush Qatif a Gaza.

  • Michele Giorgio/RSI

Immagini da Nitzan

L'attuazione, con la forza, del "Piano di Disimpegno", cominciò nella notte tra il 14 e il 15 agosto di 10 anni fa e riguardò quella porzione di coloni che non aveva accettato di lasciare volontariamente Gaza. Soldati e poliziotti israeliani per giorni portarono via (talvolta trascinandoli) centinaia di coloni che si erano asserragliati nelle loro abitazioni a Gush Qatif, il blocco principale degli insediamenti ebraici. Intanto le ruspe demolivano 2'800 case e 26 sinagoghe nelle 21 colonie (altri quattro piccoli insediamenti furono evacuati e distrutti in Cisgiordania). "Fu un errore quel ritiro da Gaza, un errore che abbiamo pagato noi. Ma non credo si ripeterà", sostiene Shlomo Guttman, proprietario di un mini market a Nitzam, dove oggi risiede buona parte degli ex coloni di Gaza.

Quello che resta

Visioni opposte

Ben diversi i sentimenti in casa palestinese. "Non dimenticheremo mai quei giorni in cui i coloni lasciarono la nostra terra", dice Aziz Kahlout, che all'epoca aveva 23 anni. "La nostra vita era un inferno – spiega - costretta a svolgersi dentro percorsi barriere di cemento e tra i posti di blocco militari dissemitati lungo le aree dove vivevano gli israeliani". Ma tra i palestinesi regna anche la delusione. Il ritiro dei coloni che doveva aprire la strada allo sviluppo di Gaza è rimasto solo uno slogan. Mentre la presa del potere del movimento islamico Hamas nel 2007 e tre successive devastanti operazioni militari israeliane, il blocco attuato da Israele ed Egitto, hanno trasformato Gaza, denunciano gli israeliani, in una "prigione a cielo aperto".

RG 18.30 del 15.08.15: Il reportage da Gaza di Michele Giorgio

RSI Mondo 15.08.2015, 20:43

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