A una settimana dalla sua scomparsa, l'aereo della Malaysia Airlines verrà cercato soprattutto nell'Oceano Indiano: un'estensione dell'area delle operazioni annunciata oggi dalla Malesia dopo che negli ultimi giorni nuovi dati - seppur non confermati da Kuala Lumpur - portano gli investigatori a credere sempre più che il volo originariamente diretto a Pechino abbia in realtà virato a ovest forse più di una volta, per proseguire fino a quattro ore dalla scomparsa dai radar.
L'ultima indicazione sulla possibile rotta del volo MH370 dopo il suo ultimo punto di contatto è arrivata oggi da fonti militari, secondo cui il Boeing 777-200 avrebbe sorvolato l'Oceano Indiano con un percorso a zig-zag, fatto di due virate secche prima di dirigersi verso le Isole Andamane (India). La versione si basa su virate rilevate in coincidenza di noti punti di navigazione (che marcano le rotte aeree), che significherebbe che ai comandi c'era qualcuno con esperienza di volo.
In mancanza di certezze, le ricerche continuano comunque anche nel Mar cinese meridionale, dove si è guardato dall'inizio. Oggi, intanto, sismologi cinesi hanno riferito di una piccola scossa registrata nell'area proprio quella notte, potenzialmente collegata all'impatto dell'aereo in un mare non profondo.
ATS/Swing