Il segretario di Stato statunitense John Kerry si è recato sei volte in quattro mesi in Medio Oriente, determinato a fare ripartire il dialogo tra israeliani e palestinesi. Risultato: lunedì riprenderanno i negoziati di pace, bloccati da tre anni.
Per questa situazione Kerry può dunque essere considerato il vero vincitore? Abbiamo posto la domanda a Riccardo Bocco , professore di sociologia politica all'Istituto di alti studi internazionali di Ginevra: “Il presidente Barack Obama poteva permettersi di rilanciare le negoziazioni solo nel suo secondo mandato. L’insistenza di Kerry è stata premiata anche perché in fondo nessuno voleva perdere la faccia, né Benjamin Netanyahu né Mahmud Abbas. Nessuno dei due voleva dare segni di essere responsabili di un eventuale fallimento della missione del segretario di Stato USA”.
Obama dovrà comunque intervenire in prima persona prima o poi, non crede? “Sicuramente, ma questo è solo un primo passo - risponde Bocco -. Unicamente nel momento in cui i colloqui dovessero arrivare ad un punto cruciale ci possiamo aspettare degli scenari come quelli di Camp David del luglio del 2000, quando l’ex presidente statunitense Bill Clinton aveva riunito allo stesso tavolo il presidente dell’ANP Yasser Arafat da un lato e il primo ministro israeliano Ehud Barak dall’altro”.
Red MM/RG
Gallery image - "Premiata l'insistenza di Kerry"
Contenuto audio
Riccardo Bocco al microfono di Alessandro Bertellotti
RSI Info 29.07.2013, 14:40
Gallery audio - "Premiata l'insistenza di Kerry"
Contenuto audio
Riccardo Bocco al microfono di Alessandro Bertellotti
RSI Info 29.07.2013, 14:40
Gallery audio - "Premiata l'insistenza di Kerry"
Contenuto audio
La corrispondenza di Thomas Paggini
RSI Info 29.07.2013, 23:17