Svizzera

Il drone del CICR dichiara guerra alle mine

L'organizzazione umanitaria ha presentato mercoledì l'apparecchio che grazie all'AI promette di rendere più rapido, e meno pericoloso, il lavoro degli sminatori

  • 7 giugno 2023, 15:36
  • 24 giugno 2023, 08:43
Il drone è in grado di perlustrare 10 ettari di terreno al giorno

Il drone è in grado di perlustrare 10 ettari di terreno al giorno

  • Keystone
Di: ATS/SPI

Il suo occhio elettronico è in grado di perlustrare fino a 10 ettari al giorno di terreno alla ricerca di mine e proiettili inesplosi. Il Comitato internazionale della Croce rossa (CICR) ha presentato mercoledì un drone che, secondo l'organizzazione umanitaria, cambierà il modo di affrontare una delle piaghe che lascia ogni guerra. Tutto ciò grazie all'intelligenza artificiale.

"È una tecnologia altamente innovativa", ha dichiarato ad Avully (Ginevra) Erik Tollefsen, responsabile dell'unità "contaminazione da armi" del CICR.

Certo, questo strumento non sarà in grado di bonificare i territori dalle mine antiuomo o anticarro, ma ridurrà il tempo necessario per identificare questi ordigni esplosivi. A titolo di confronto, un cane sminatore impiegherebbe sei mesi per competere con l'efficacia dell'IA.

L'apparecchio rosso quadrielica durante il test
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Meno incidenti per gli sminatori

Il drone escluderà rapidamente aree molto ampie che non sono contaminate da mine. Laddove il metallo o la plastica si riflettono sulla mappa tracciata dall'IA, i rilevatori tradizionali saranno utilizzati per controllare.

Sensibilmente ridotto risulterà anche il tasso di falsi allarmi dovuti alle attrezzature attuali e gli incidenti per gli sminatori. Così come i costi, e le emissioni inquinanti, se migliaia di persone dovessero essere inviate per fare lo stesso lavoro. Lanciato all'inizio della pandemia, il progetto, realizzato con un'università giapponese, ha portato a un primo test l'anno scorso in Giordania.

Ora il CICR vuole utilizzare il drone, che costa poche migliaia di franchi, nei pressi di Aleppo, in Siria. Naturalmente, servirà il consenso delle autorità. Ma più in generale bisognerà far capire ai gruppi armati che questi droni non sono un'arma. "Questa negoziazione sarà la parte più difficile", ammette Tollefsen.

Sempre più tecnologia nel lavoro del CICR

Il CICR non vuole vendere la tecnologia, ma incoraggiare i governi, che sono responsabili del lavoro di sminamento, ad adottarla. L'unico inconveniente è che il drone non può essere utilizzato in aree difficili, come le foreste più fitte.

Secondo la presidente del CICR Mirjana Spoljaric, le nuove tecnologie saranno una parte importante della politica dell'organizzazione per i prossimi anni. Questo nuovo approccio, che dovrà essere approvato dall'assemblea del CICR a novembre, entrerà in vigore l'anno prossimo.

"Tutto ciò che facciamo ha già legami con le nuove tecnologie", ha dichiarato la presidente. Il CICR utilizza infatti già i droni per ottimizzare i raccolti in alcuni Paesi o per valutare i danni alle infrastrutture durante i conflitti. O per mostrare la distribuzione delle popolazioni nei campi profughi, al fine di adeguare meglio l'assistenza fornita dall'organizzazione.

Il CICR chiede alla Svizzera più soldi

A margine dell'odierna presentazione del drone, il presidente del CICR ha parlato delle importanti difficoltà finanziarie e dei colloqui in corso con la Svizzera e i principali altri donatori per ottenere un aumento dei contributi. L'attitudine elvetica nei confronti dell'organizzazione, ha osservato, sta influenzando gli altri paesi.

La Svizzera dona al CICR poco più di 160 milioni di franchi all'anno. Inoltre, ha concesso un prestito di 200 milioni per far fronte agli effetti della pandemia. La questione è se questo prestito debba essere rimborsato.

Il CICR, che non saprà sino a fine anno se il suo appello è stato accolto, ha dovuto tagliare nel 2023 di 440 milioni il proprio budget. L'organizzazione ha recentemente annunciato che sarà costretta a licenziare 1'800 dei suoi 20'000 collaboratori

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