Ingoiato il boccone indigesto della "Legge dogane"

Il sacrosanto obiettivo della revisione totale della Legge sulle dogane è di semplificare procedure e tariffe, anche attraverso una digitalizzazione. Se non che, sul tavolo dei parlamentari a Berna è stato servito un messaggio di difficile digestione. "È un progetto mastodontico - dice alla RSI uno dei due relatori, il consigliere nazionale Markus Ritter (Il Centro/SG) -. Sui nostri banchi finiranno 461 pagine di articoli e modifiche. E dovremo intervenire su 57 leggi differenti".

Ritter ha così proposto di rinviare il tutto al Governo. Proposta però rifiutata da Daniela Schneeberger (PLR/BL), nonché vice presidente dell'Unione svizzera arti e mestieri. Che non appare allineata, sul tema, al pensiero del presidente Fabio Regazzi: "La nostra non è un'associazione nordcoreana - dice il consigliere nazionale ticinese del Centro - e quindi si possono avere opinioni diverse nell'associazione. All'inizio ero favorevole ad entrare in materia, poi mi sono reso conto (più andavo a fondo) che era un compito improbo. In 12 anni di Consiglio nazionale non mi sono mai confrontato con una riforma così complessa, articolata e controversa".

Non la pensa così il collega Alex Farinelli (PLR/TI): "La complessità dell'oggetto resterebbe anche se si fosse rinviato il messaggio al Consiglio federale. C'è un progetto di digitalizzazione importante in corso e soprattutto bisogna dare certezze anche al personale". Ma Regazzi è pessimista sull'esito: "In un parlamento di milizia, senza le necessarie competenze, non riusciremo a trovare un consenso". Che sia un lavoro di peso, concorda anche Farinelli, "ma va fatto. Non c'è alternativa".

Lo stesso ha pensato la maggioranza del Nazionale che giovedì con 100 voti contro 78 ha deciso di affrontare lo "spauracchio".