Ticino e Grigioni

Ospedali, no alla dolce morte

Gran Consiglio contrario al diritto al suicidio assistito per i pazienti degenti in strutture sanitarie

  • 22 marzo 2016, 16:32
  • 7 giugno 2023, 18:37
Immagine d'archivio

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Un esplicito diritto al suicidio assistito per i pazienti degenti in strutture sanitarie non verrà inserito nella legge. Lo ha deciso lunedì il Gran consiglio ticinese, che, al termine di un dibattito contraddistinto da frequenti accenti etici, ha respinto un’iniziativa in tal senso presentata nel 2014 da Michela Delcò Petralli. Quaranta i contrari all’iniziativa, 29 i favorevoli e 8 gli astenuti.

Gli anziani e i malati terminali ticinesi dovranno continuare a lasciare la struttura sanitaria per poter ricorrere alla dolce morte.

Il Legislativo ha quindi dato seguito al rapporto stilato dalla Commissione speciale sanitaria secondo la quale l’assistenza al suicidio contraddice il principio del rispetto assoluto della vita del paziente. Metterlo in discussione significa innescare una serie di conseguenze derivanti dall’allentamento delle leggi che proteggono la vita.

Un aspetto, quest’ultimo , che ha trovato concorde anche il Consigliere di Stato responsabile del DSS Paolo Beltraminelli, secondo il quale il tema discusso è “un non problema, perché non vi sono né i presupposti né la richiesta”. Inoltre “la miglior strada per accompagnare una persona alla morte sono le cure palliative e queste devono iniziare quando insorge una malattia inguaribile, ma non per questo incurabile”.

SP

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