Ticino e Grigioni

Quando in Gran Consiglio mancano le buone maniere

I lavori della legislatura uscente sono stati caratterizzati anche da aggressività e mancanze di rispetto: le riflessioni di alcuni deputati che non si ripresentano agli elettori

  • 16.03.2023, 20:19
  • 20.11.2024, 11:43
Focus sull'importanza del rispetto e dell'educazione nella dialettica in aula

Focus sull'importanza del rispetto e dell'educazione nella dialettica in aula

  • archivio tipress
Di: SEIDISERA/Laura Dick - Camilla Camponovo/ARi 

"Smettila di fare lo stupido!". "Capisco che abbiate una maggiore necessità di apprendere la lingua...". "Ma vogliamo dare questo spettacolo? Io vado, mi dispiace". È un piccolo florilegio di esclamazioni risuonate negli ultimi giorni nell'aula del Gran Consiglio ticinese, durante gli ultimi lavori di questa legislatura cantonale. Le stesse che inducono a qualche riflessione sul fatto che non è stata una legislatura brillantissima, né sotto il profilo del dibattito, né sul piano dell'educazione nella dialettica in aula: attacchi personali, aggressività, maleducazione portano inevitabilmente a derive, alla perdita di controllo e di discussione.

Sul tema, abbiamo raccolto le considerazioni di 4 parlamentari che non si ripresentano agli elettori. Maristella Polli, ad esempio, lascia dopo 16 anni il Gran Consiglio un po' amareggiata: "Quando ti rivolgi istituzionalmente a dei consiglieri di Stato, non puoi rivolgerti a loro, dicendo 'Te, Vitta!'... Non puoi rivolgerti ai tuoi colleghi in Parlamento, dicendo 'la stupidità politica di voi colleghi...'". La deputata uscente PLR sottolinea inoltre altre mancanze di buone maniere: al Legislativo "non si viene per chiacchierare durante l'esposizione di un collega alla tribuna", come "non si continua a entrare e uscire, andando magari anche al bar, a bere o a fumare la sigaretta...".

Per parte sua Claudio Franscella evidenzia che sullo sfondo di mancanze di rispetto "abbiamo assistito a dibattiti molto duri, al di là del limite accettabile". L'esponente del Centro, che del Legislativo è stato anche presidente, chiama poi in causa anche il ruolo della frammentazione politica e della maggiore presenza di deputati di forze politiche minori. Per loro "la seduta parlamentare diventa l'unica possibilità per far sentire la propria opinione, anche dai media, e per andare sempre più allo scontro". È quindi cambiato tutto, sostiene, "ma anche perché è cambiato il modo di comunicare".

03:46

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Anche Michele Foletti è stato alla presidenza del Gran Consiglio. E al termine della sua esperienza parlamentare osserva che i deputati "sono più interessati ad avere spazio e visibilità sui social, che a dibattere". Secondo il leghista si è persa un po' anche la capacità di dibattere, "perché si urlano le proprie tesi, senza nemmeno ascoltare cosa ha da dire" chi non la pensa allo stesso modo.

Secondo Daniela Pugno Ghirlanda, che lascia il Gran Consiglio dopo 7 anni, la situazione è peggiorata "perché questo comportamento si spiega soltanto con la presunzione, da parte di chi si comporta male, di aver capito tutto". Si esce così con la sensazione che "non ci sarà possibilità di intesa, perché il terreno non è adatto all'intesa. L'auspicio per l'avvenire è quindi il seguente: "Fare poche cose, che siano però approfondite. E che ci sia un ascolto delle persone che hanno una competenza in un certo settore", afferma la rappresentante del PS.

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