Cultura e spettacoli

'O reggista nnammurato

L'idealismo mieloso di Sean Penn delude Cannes

  • 21.05.2016, 02:03
  • 14.09.2023, 10:00
Bardem e Theron protagonisti idealisti del film di Sean Penn

Bardem e Theron protagonisti idealisti del film di Sean Penn

  • festival-cannes.com

La tragedia universale della guerra civile in Liberia, quella personale di un’amore che finisce. The Last Face di Sean Penn ruota intorno a questi due poli con inevitabile gravità - nonostante una buona dose di humor nel protagonista maschile - e tanta retorica.

Un medico volontario (Javier Bardem) e la direttrice (Charlize Theron) dell’organizzazione internazionale di aiuti si incontrano durante la guerra, si innamorano, si lasciano ma si amano ancora e si ritrovano. Una storia d’amore banale – raccontata dalla leggerezza del corteggiamento alla pesantezza della depressione che viene dalla separazione - viene resa eccezionale dagli eventi attraverso cui passa: quelli di una feroce battaglia in un paese poverissimo dove ancora vige la legge del più forte.

Quello che emerge dalla regia dell’attore regista americano è l’intenzione di mostrare la brutalità della violenza dell’uomo contro l’uomo con verità riferendosi alla questione della Liberia, ma l’argomento è talmente importante e sfaccettato da sovrastare le buone intenzioni. Riluce il ritratto della protagonista – magnetica e bellissima anche senza trucco – attraverso le inquadrature tanto da fare riflettere sul fatto che il film sia stato girato quando Penn e Theron erano una coppia.

Ora sulla Croisette si registra il "film nel film", con i due che dopo la fine burrascosa del rapporto si ignorano in conferenza stampa, non concedono neanche un'immagine insieme al photocall e danno la netta sensazione di sopportarsi per puro obbligo promozionali.

E alla proiezione arrivano anche i buu, ai quali Penn risponde dicendonsi convinto che il film così com'è sia proprio quello che lui voleva fare.

Sembra che questa 69esima del Festival di Cannes sia un’edizione ricca di delusioni da maestri come i fratelli Dardenne (La fille inconnue) e da registi talentuosi come Sean Penn, Olivier Assayas (Personal Shopper) o Nicolas Winding Refn (The Neon Demon). Forse un sistema – tanto quello produttivo quanto quello dei festival di cinema – troppo legato alle firme più note? Chissà che la Palma d’oro quest’anno non stupisca...

Francesca Felletti


08:57

Sean Penn, Fahradi e le scommesse nel Club (Rete Tre 20.5.16)

RSI Cultura 22.05.2016, 00:09

www.rsi.ch/cannes2016

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