Intervista

“Sì, il movimento identitario è di ultradestra”

Il “Remigration Summit” di Gallarate ha ridato slancio a questi gruppi che non vogliono essere definiti estremisti, ma per il professor Dirk Baier sono “lupi travestiti da pecore” con una chiara strategia di “normalizzazione”

  • 27 maggio, 11:48
  • 27 maggio, 17:05
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Attivisti identitari a Vienna, nel luglio del 2024

Di: Ludovico Camposampiero 

Dimenticate i crani rasati, i bomber e gli anfibi: oggi, i nuovi militanti di destra radicale hanno tagli di capelli e vestiti alla moda. Davanti ai media hanno modi affabili; sono giovani e cercano visibilità. Sono attivi per strada, ma anche (e soprattutto) sui social, che sfruttano per promuovere i loro messaggi. La loro parola d’ordine è “remigrazione”; si definiscono “identitari” ma rifiutano l’appellativo di estremisti di destra. Ma chi sono realmente gli attivisti di questo movimento che recentemente si sono riuniti da tutta Europa a Gallarate per il “Remigration Summit”? Sono davvero slegati dall’estremismo di destra radicale o, piuttosto, stanno cercando di portare avanti una precisa strategia di “normalizzazione”? Lo abbiamo chiesto al professore Dirk Baier*, esperto di delinquenza giovanile ed estremismo:

“Il movimento identitario è nato come movimento giovanile, concepito per rispolverare un certo tipo di pensiero di destra e si è concentrato molto su metodi di azione tipici dei giovani. È rimasto a lungo in sordina ma negli ultimi 3-4 anni se ne sente parlare molto di più. Questo per due fattori: il vento politico è cambiato e i partiti di destra sono in aumento in molti Paesi e i movimenti identitari ne stanno beneficiando; poi, perché ci sono singoli attivisti che sono diventati molto noti, come per esempio Martin Sellner (di cui si è sentito molto parlare sui media negli ultimi tempi, ndr). Sellner ha assunto una posizione di primo piano, ha carisma e viaggia molto in Europa (per promuovere la sua ideologia, ndr).“

Quindi è il ruolo di alcuni giovani e il loro attivismo che hanno portato alla ribalta questo movimento…?

“In effetti abbiamo condotto uno studio sui giovani in Svizzera dal quale è emerso che alcuni pensieri della destra radicale, come l’omofobia, la xenofobia, un certo sentimento anti-musulmano, sono diffusi tra i giovani. Giovani che, attualmente, sembrano insicuri e disorientati. Infatti, ci sono molte crisi che stanno sconvolgendo il mondo. E queste crisi non lasciano indenni i più giovani, che cercano un orientamento, un’identità. E in questo processo alcuni di loro cadono nella rete di gruppi di ultradestra dalle teorie cospirative perché, questi gruppi, possono trasmettere un senso di appartenenza”.

04:19

Il Remigration Summit

Telegiornale 17.05.2025, 20:00

Questi attivisti identitari, anche alcuni di quelli con cui siamo entrati in contatto al “Remigration Summit” di Gallarate, tuttavia, dichiarano di non essere di estrema destra, ma di essere patrioti o tuttalpiù nazionalisti, ma non di estrema destra… Lei, professor Baier, cosa ne pensa?

“Dobbiamo fare molta attenzione. Questi gruppi ora usano termini diversi, ma il più delle volte dietro le loro parole c’è una mentalità di estrema destra. A mio avviso è quindi assolutamente necessario continuare a classificare questo movimento identitario come un movimento estremista di destra. Questo perché il movimento identitario è antipluralista. Si oppone chiaramente alla democrazia. Rifiuta la separazione dei poteri. Rifiuta la diversità. Rifiuta i diritti dei singoli gruppi di popolazione e potrei continuare a lungo con questi esempi… Quindi si oppone fondamentalmente all’ordine democratico. È vero: usa termini e concetti nuovi come “remigrazione”, “etnopluralismo” che accompagnano un nuovo modo di comunicare, ma questo significa che ha posizioni democratiche normali? No, il movimento identiatrio è di estrema destra. Inoltre, in passato membri di gruppi identitari si sono anche resi protagonisti di episodi di violenza. In Svizzera per esempio, a Zurigo il gruppo Junge Tat ha interrotto con la forza un evento per bambini a cui partecipavano delle Drag Queen e creato disordini in una chiesa durante una funzione organizzata nell’ambito del Pride Festival (sono stati condannati per questo, ndr)

Naturalmente, persone come Martin Sellner non vogliono essere chiamate estremisti di destra, poiché questo contraddirebbe la loro strategia di normalizzazione. Vogliono presentarsi come persone che hanno entrambi i piedi sul terreno democratico. E questa strategia serve a conquistare il maggior numero possibile di persone. E naturalmente l’appellativo di estremisti di destra è ancora un deterrente per molte persone che in molti Paesi, anche in Svizzera, non vogliono avere a che fare con gli estremisti di destra, con i gruppi che prendono di mira in modo aggressivo determinati gruppi di popolazione. Per questo motivo rifiutano questo termine. Ma sono lupi travestiti da pecore. Bisogna tuttavia togliere questo loro travestimento per capire il nucleo delle loro dichiarazioni, delle loro posizioni. E il vero nucleo è l’estremismo di destra.”

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Il prof. Dirk Baier

  • SRF

Attivisti che si presentano in giacca e cravatta, tengono convegni, rilasciano dichiarazioni ai media. Al centro delle loro azioni c’è quindi proprio questa strategia di normalizzazione?

“Sì, e il miglior esempio di questa strategia di normalizzazione è proprio il termine “remigrazione”. Qualche anno fa era sinonimo di deportazione, di espulsione, di deportazione di massa di persone solo perché appartenenti a un certo gruppo di popolazione; Tuttavia, il movimento identitario, ma anche l’AfD in Germania, per esempio, è riuscito a liberare questo termine da questo significato chiaramente negativo. E ora la “remigrazione” è quasi un termine che non sorprende più. È diventato parte del vocabolario. Non per tutti, ma per alcuni, soprattutto per chi ha una mentalità conservatrice. Questo è esattamente quello che vogliono gli attori di destra radicale ma bisogna stare attenti a non banalizzare il linguaggio ed essere consapevoli di quello di cui si sta parlando”.

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L'esaltazione della forza e della violenza tra i membri dello Jung Tat

  • Telegram Junge Tat

Al summit di Gallarate sono emerse chiare connessioni internazionali tra gli attivisti identitari: cosa può dirci a riguardo?

“In linea di principio, vediamo questa strategia di internazionalizzazione in tutti gli estremismi. Ciò significa che, indipendentemente dal fatto che si parli di estremismo di sinistra, di islamismo o di estremismo di destra, ora si parla sempre più di Europa. Nell’estremismo di destra, in particolare, molte idee provengono dagli Stati Uniti, perché lì c’è una scena estremista di destra molto vivace, ma negli Stati Uniti le forze dell’ordine sono anche molto meno presenti quando si tratta di contenere l’estremismo di destra. Tornando all’Europa, iI movimento identitario è molto ben collegato in rete soprattutto nei Paesi di lingua tedesca: Austria, Svizzera, Germania. Vediamo che certi gruppi continuano a riunirsi in Germania, soprattutto nella parte orientale, perché c’è meno attenzione, perché c’è meno sensibilità. Le persone si incontrano, ad esempio ai concerti e si scambiano idee. Il networking è qualcosa che si è intensificato negli ultimi dieci anni e rende il movimento ancora più pericoloso perché è internazionale”.

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Martin Sellner, teorico della remigrazione e fra i volti più noti del movimento identitario

  • RSI

Professor Baier, secondo lei in Europa, Svizzera compresa, è stato fatto abbastanza per tenere sotto controllo l’estremismo di destra?

“Ho l’impressione che l’estremismo di destra sia stato sottovalutato. Negli ultimi anni si è sottovalutato il fatto che si stia organizzando. In altre parole, che stanno emergendo strutture stabili di estremismo di destra. Lo si può vedere meglio in Germania. Soprattutto dopo l’affermazione dell’AfD. Si sono formati nuovi gruppi che si rivolgono ai giovani, soprattutto ai giovani uomini, che sono ancora più alla ricerca di identità e orientamento e che da anni occupano la scena soprattutto nelle zone rurali. Ora, non possiamo liberarci di questi gruppi da un giorno all’altro. Siamo quindi in ritardo. In Germania, per esempio, sono stati arrestati di recente degli adolescenti sospettati di terrorismo estremista di destra. Quindi stiamo parlando di strutture consolidate, quasi terroristiche, che esistono già. Possiamo chiaramente dire che abbiamo fatto troppo poco e ora siamo un po’ in difficoltà su come contrastare questo fenomeno. Purtroppo, non ho nessun asso nella manica che possa aiutare immediatamente a respingere l’estremismo di destra. Questo è un lavoro per i prossimi dieci anni”.

01:32

Radiogiornale delle 12.30 del 22.05.25, il servizio di Walter Rauhe sul processo di radicalizzazione nell’estrema destra che comincia sempre prima in Germania

RSI Info 22.05.2025, 14:13

  • Keystone

*Il Prof. Dr. Dirk Baier è direttore dell’Istituto per la prevenzione della delinquenza e della criminalità presso l’Università di scienze applicate di Zurigo (ZHAW). Il suo lavoro e la sua ricerca si concentrano sulla delinquenza giovanile, sui crimini violenti, sull’estremismo e sui metodi della ricerca sociale empirica.

Chi è Martin Sellner

Martin Sellner è un noto esponente del movimento identitario, in particolare come ex leader e co-fondatore del Movimento Identitario Austriaco (Identitäre Bewegung Österreich - IBÖ). Sellner è stato una figura di spicco in questo contesto, attivo sia in Austria che a livello internazionale, specialmente nell’area germanofona, e ha sviluppato il concetto di “remigrazione”, che implica il rimpatrio forzato degli immigrati. Tuttavia, è importante notare che Sellner stesso ha cercato di distanziarsi da etichette come “neonazista”, pur avendo un passato legato alla scena neonazista austriaca (ad esempio, la sua ammissione di aver collocato adesivi con svastiche su una sinagoga nel 2006). Nonostante ciò, le sue posizioni e il suo attivismo lo collocano chiaramente all’interno del movimento identitario e della Nuova Destra (Neue Rechte). Nel marzo 2024, è stato arrestato in Svizzera durante un evento organizzato dal gruppo di estrema destra Junge Tat nel canton Argovia, espulso dalla regione e costretto a lasciare il paese. Nell’ottobre 2024, nonostante un divieto d’ingresso temporaneo (dal 10 al 27 ottobre) imposto dalla polizia federale svizzera (Fedpol) per motivi di sicurezza pubblica, Sellner ha tentato di entrare in Svizzera, ma è stato fermato al confine di Kreuzlingen, interrogato e riaccompagnato al confine con la Germania. Ha annunciato azioni legali contro il divieto svizzero, sostenendo che limiti la sua libertà di espressione.

Dalla radio

  • Chi è l'estremista di destra austriaco Sellner?

    SEIDISERA 19.03.2024, 18:46

  • Sellner e la libertà d'espressione

    SEIDISERA 19.03.2024, 18:48

Il movimento identiatrio

Il movimento identitario è un’ideologia di estrema destra che promuove la preservazione dell’identità culturale ed etnica europea, opponendosi all’immigrazione, in particolare musulmana, e sostenendo teorie come la “Grande Sostituzione”. Nato in Francia con Génération Identitaire, si è diffuso in Europa, con gruppi come Identitäre Bewegung in Austria e Germania e lo Junge Tat in Svizzera. È noto per azioni mediatiche e posizioni anti-globaliste, spesso associate alla Nuova Destra. Martin Sellner è una figura chiave del movimento.

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Il lambda, il simbolo del movimento identitario utilizzato principalmente in Europa da Generazione Identitaria e occasionalmente in altri paesi, ispirato all'antica battaglia delle Termopili tra Greci e Persiani.

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