Lo scrittore americano Noam Chomsky ha denunciato venerdì a Ginevra la politica israeliana ed ha espresso il suo pessimismo riguardo ad una normalizzazione dei rapporti israelo-palestinesi sotto l’egida degli Stati Uniti.
Invitato a Ginevra in occasione del 19esimo Congresso internazionale dei linguisti, il filosofo 75enne ha attirato un grande pubblico, sia giovedì quando ha parlato di linguistica all’Università di Ginevra, sia venerdì al Club svizzero della stampa, dove ha affrontato il tema della situazione in Medio Oriente.
Israele continuerà con la politica del fatto compiuto
Esprimendosi sulla probabile ripresa dei negoziati tra i due paesi, resa possibile dagli sforzi del segretario di Stato americano John Kerry, Chomsky non ha nascosto il suo scetticismo, affermando che nel migliore dei casi essi porteranno ad un’intesa che permetterà ad Israele di proseguire con la sua politica del fatto compiuto.
Gli Stati Uniti non sono un mediatore neutrale
Ha poi insistito sul fatto che un vero dialogo non sarà possibile fintanto che gli Stati Uniti condurranno le trattative, non essendo un mediatore neutrale e fino a quando Israele avrà l’autorizzazione di proseguire con la sua colonizzazione “illegale” della Palestina.
"Vogliono creare il Grande Israele"
Ha continuato, comparando quel che resta dei territori palestinesi al Bantustan, aree assegnate alla popolazione nera durante l’Apartheid in Sudafrica. "L’obiettivo ultimo di Tel Aviv è quello di creare un Grande Israele, dalla Giordania al Mediterraneo".
Red.MM/ats
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Il servizio di Andrea Netzer
RSI Info 26.07.2013, 20:26
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RSI Info 26.07.2013, 20:26