Segue, quasi ossessionato, una strana tribù nomade, la studia, la osserva. Si mimetizza, si camuffa, si veste come il branco, entra nei suoi territori, senza farsi notare. Poi scatta. Martin Parr è un cacciatore di immagini, un fotoreporter inglese, uno dei più famosi al mondo: fa parte della storica agenzia Magnum Photos. Ma, per lui, niente zone di guerra, niente zone depresse, il soggetto dei suoi reportage sono i turisti.
«Scatto molte foto di gente che sta fotografando. Il turismo è una forma moderna di pellegrinaggio. Per averne un ricordo, o ci si compra qualche cosa che piace, o ci si fa una foto davanti ad un posto particolare. Mi sembra che, in certe location, l’ossessione sia più fotografarsi che vedere il luogo. Ciò che si vuole è essere parte del cliché. Essere il cliché fa parte dell’esperienza turistica».

La Svizzera secondo Martin
RSI Cultura 03.11.2013, 22:00
Nei moderni “santuari” del turismo di massa, Parr fotografa gente che si fotografa, da decenni, da tempi in cui la parola “selfie” non la usava nessuno. I suoi scatti sembrano cartoline, hanno i colori sgargianti della pubblicità. Il messaggio è chiaro: una critica ferocissima e politicamente scorretta contro il consumismo, contro la società di massa e il suo degrado che annullano il singolo individuo.
Ma lui, di questa lettura delle sue opere, storcerebbe il naso, addirittura, forse, si arrabbierebbe un po’. Parr afferma di cristallizzare la realtà e basta: per Parr il grottesco è nel mondo reale, non è un risultato del suo lavoro. Neanche quando fotografa la gente ricchissima (un’altra tribù che lo ossessiona), ad esempio alle partite di polo sui laghi ghiacciati dell’Engandina.
«È una domanda sbagliata “È grottesco?” A Saint Moritz, la gente che guardava il polo era proprio come me l’aspettavo, come il cliché, vederlo è rassicurante. Devi solo scattare. Non è sempre facile ma lì lo era. Non dovete mettere il vostro giudizio di valore nella domanda, ma è ok, vi perdono!»
Fra l’altro, i colori, il sarcasmo, i ricconi e i tipici turisti di Martin Parr li potete ancora trovare al museo Mudec di Milano fino al 30 giugno 2024.

Milano, Martin Parr in mostra
Telegiornale 05.03.2024, 20:00
Il cinema di Man Ray
Alphaville 23.05.2024, 12:35
Contenuto audio