Filosofia e Religioni

“Nel nostro piccolo possiamo fare grandi cose”

A “Chiese in diretta” parla Karolina Frischkopf, la prima donna a dirigere l’Ente di Aiuto delle chiese evangeliche in Svizzera

  • 13 marzo, 08:31
  • 16 marzo, 13:47

Prima donna alla guida di HEKS

RSI Cultura 13.03.2024, 08:29

  • Keystone
Di: Red.

«Prerequisiti per la cooperazione allo sviluppo sono l’ascolto e il mutuo rispetto». Ne è convinta Karolina Frischkopf, dal 1 marzo nuova direttrice dell’Ente di Aiuto delle chiese evangeliche in Svizzera (ACES), meglio conosciuto con il suo acronimo tedesco HEKS (Hilfswerk der evangelischen Kirchen Schweiz). Politologa ed economista, già vicedirettrice della Croce Rossa svizzera con un’esperienza di addetta diplomatica in Messico, in Cina, a Ginevra e a Berna, è la prima donna ad assumerne la guida.

Frischkopf, che per molti anni ha lavorato in posizioni di leadership nel campo della cooperazione allo sviluppo e nell’aiuto umanitario, si è detta ai microfoni di “Chiese in diretta” fortemente ancorata alle radici cristiane.

Di fronte alle numerose crisi globali - politiche e climatiche - quali sono le priorità e le sfide del lavoro umanitario? E cosa significa oggi “aiutare”?

Risponde: «Mi identifico fortemente con i valori del mutuo rispetto, dell’amore per il prossimo, della partecipazione, della trasparenza e con il principio dell’uguaglianza tra gli esseri umani. Per sette anni ho frequentato la Società delle Missioni Estere Betlemme di Immensee del canton Svitto, che lavora nei paesi del sud del mondo e dove mi sono approcciata anche con spirito critico alla fede. E posso dire di sentirmi fortemente ancorata alle radici cristiane».

Poche settimane fa due cooperanti francesi della HEKS in servizio in Ucraina sono rimasti tragicamente uccisi in un attacco russo. La loro morte ha sconvolto il mondo della cooperazione e delle Ong. Con quale stato d’animo ha iniziato il suo nuovo incarico al vertice della HEKS?

«Ho un grande rispetto per come la HEKS ha gestito questo tragico episodio. Perdere dei colleghi mentre svolgono attività umanitaria sul campo è un fatto che sconvolge tutta l’organizzazione. La squadra direttiva della HEKS, con molta attenzione ed empatia, ha saputo farvi fronte. E questa cosa mi ha molto impressionato. Sono ben conscia del fatto che questo episodio continuerà a segnare l’organizzazione e i suoi collaboratori anche in futuro».

Stiamo attraversando un momento storico in cui i conflitti nel mondo non fanno che aumentare, ma anche in cui gli effetti del cambiamento climatico diventano sempre più evidenti, con tutte le sofferenze aggiuntive per l’umanità la fame, la siccità, le inondazioni, le migrazioni forzate, le violazioni dei diritti umani. In un momento come questo, lei assume la direzione di un’importante organizzazione umanitaria svizzera. Quali sono, a suo avviso le maggiori sfide da affrontare?

«Il leitmotiv della HEKS è: anche nel nostro piccolo possiamo fare grandi cose. E penso che è proprio questo che dobbiamo fare. Ognuno e ognuna di noi può fare qualcosa per rendere questo mondo un posto migliore. Ciò detto, la sfida più pressante è legata ai conflitti e alle crisi multiple, che tra l’altro si alimentano reciprocamente. Il prossimo futuro, purtroppo, sarà segnato da un generale aumento delle crisi nel mondo. In questo quadro le priorità della HEKS sono quattro: giustizia climatica, diritto alla terra e al cibo, asilo e migrazione e inclusione. Va detto che in generale tutto il settore umanitario si trova ad affrontare nuove sfide. Servono nuovi modelli di cooperazione e diventa sempre più importante la capacità di creare sinergie mirate e tra loro complementari. Sotto il profilo umanitario, così facendo, potremmo avere un effetto positivo sulle popolazioni bisognose».

  • Karolina Frischkopf
  • Croce Rossa
  • HEKS

Correlati

Ti potrebbe interessare