Tiene quasi tutto nel suo bar, a Sedriano, una decina di chilometri fuori Milano. Una collezione di migliaia di pezzi, tutti che riguardano i Clash. Tutto nel locale parla del gruppo britannico: ogni angolo, le pareti, i soffitti, i tavoli. Tutto lì è coperto o riempito dai Clash. Tutto! Ci sono chitarre, una giacca di Strummer, manifesti, nastri di registrazioni in studio di London Calling e Sandinista, fanzine, libri, dischi. La collezione completa pare che arrivi a 6000 pezzi, il conteggio preciso si è perso nel tempo, ma una parte di questo materiale al Clash City Rockers Cafè di Sedriano non ci stava proprio. Tiziano Gerli se la tiene in casa e sogna di trasferirsi in un posto più grande, in una grossa città. Ce la farà? Per ora, il nostro collezionista è piuttosto in una fase stile Should I Stay or Should I Go. Ma come è iniziato questo viaggio pazzo e straordinario?
È il mio paradiso, il mio ossigeno, se non ci fosse, sarei sotto un treno!
Tiziano Gerli

Io che non ho mai visto i Clash
RSI Cultura 22.05.2025, 12:00
«Nasco da ragazzino con il punk britannico. Per me, i Clash sono stati gli unici che, dal puro British punk, sono passati alla musica a 360 gradi. Praticamente, dal primo disco fino a Sandinista sono passati quattro anni, però in Sandinista potevi ascoltare jazz, potevi ascoltare soul, funk, di tutto. Credo che siano stati gli unici».
«Io son sempre stato un collezionista di vinili. Un giorno mi sono accorto che una stampa di Should I Stay or Should I Go, americana, aveva una copertina diversa da quella inglese. Da quel giorno, ho cominciato a cercare copertine ovunque e non mi sono mai più fermato. Non è solo collezionare, in fondo è proprio il bisogno di legarsi a qualcosa, per andare avanti».
Una stanza dell'immensa collezione, con un giubbotto di Strummer in una teca
La cosa assurda è che Tiziano Gerli, forse il più grande collezionista di cimeli dei Clash, i Clash non li ha mai visti!
«Purtroppo no, vennero a Milano nell’81, avevo 13 anni e sinceramente non mi ricordo. Tornarono nell’84, per fare due date al vecchio Palazzo dello sport, che praticamente era qua sotto casa, ma con la formazione a cinque, senza Mick Jones e Topper Headon. E per me non erano più degni di portare quel nome. Decisi di boicottarli, però adesso penso che sono stato un [censura!]».
Il pezzo più vecchio della collezione è un giornale dove si pubblicizza un concerto del primo gruppo di Strummer, una band di pub rock, The 101’ers. La pubblicazione è dell’agosto del ‘75 e la band era nel programma di un festival hippy. Fra l’altro, all’epoca Joe Strummer non si faceva chiamare così ma il suo soprannome era “Woody”!
Il bar di Sedriano con la collezione immensa dei Clash è meta di pellegrinaggio da fan di tutto il mondo. La maggior parte è gente che arriva dal Regno Unito, ma c’è qualcuno anche dai paesi del nord o dal Giappone. Il sogno è quello di trasferire tutto in uno spazio molto più grande e in una città più grande, come Milano o Como. E sperare che un giorno, speriamo lontanissimo, anche le istituzioni si accorgano del valore immenso che ha una collezione così.
«Non ho figli, non ho nessuno a cui lasciare tutto. Io mi auguro che, prima o poi, ci sia qualcuno che veda talmente lontano da raccogliere tutte le nostre collezioni, per metterle in un unico posto. C’è già qualcosa all’estero, ma credo che in Italia non l’abbia fatto ancora nessuno. Però è un peccato: comunque continuo a pensare che questa sia cultura e quindi vada tramandata».
The Clash - Clampdown (Radio Monnezza, Rete Tre)
RSI Cultura 19.05.2025, 20:00
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