È ormai una realtà piuttosto evidente, messa letteralmente a nudo anche dal film d’apertura di Venezia, Birdman, che fa ritrovare insperata fama allo stagionato attore interpretato da Michael Keaton grazie a una camminata in mutande (a Times Square) finita su youtube: la comunicazione social, fatta di like, retweet e rimbalzi continui, sta crescentemente scalzando la visibilità dei media tradizionali.
Mostra del cinema, come tutti i luoghi in cui c’è una concentrazione di personaggi conosciuti e celebrities varie, non va in controtendenza e propone icone virali fin dal primissimo giorno. Sono quelle per intendersi in grado di trascinare i giovanissimi al Lido, ma soprattutto di mandare in subbuglio la piazza virtuale che sta dentro gli smartphone: personaggi come Paul Wesley, idolo da serie tv sbocciato in The Vampire Diaries e 24, ora a Venezia nel film indipendente americano Before I disappear (Giornate degli autori). Postare una sua foto con relativo hashtag dà risultati istruttivi.
mz
In posa per un selfie