Hannah Villiger è stata un’artista svizzera divenuta celebre negli anni Ottanta per le fotografie del suo stesso corpo scattate con Polaroid e riprodotte in grande formato. I suoi lavori mostrano primi piani ravvicinati e parti corporee frammentate organizzati in grandi blocchi composti da diverse immagini.
Le sue opere sono state presentate per la prima volta in Italia all’Istituto svizzero di Roma con la mostra Works/Sculptural che si è chiusa lo scorso 27 giugno e che ha suscitato notevole curiosità e interesse.
L’artista, che si considerava una scultrice più che una fotografa, è riuscita a valorizzare artisticamente la fotografia istantanea nata negli anni ’40 e ideata più come foto popolare. Il suo atto creativo si lega all’immediatezza della camera Polaroid e al suo braccio che diventa un’estensione del suo sguardo e che rende l’artista un’involontaria precorritrice dei selfie della nostra epoca.
La sua fotografia spontanea e intima, che si sottrae all'appropriazione del corpo-oggetto femminile implicito nell’arte di tutti i tempi, diventa inevitabilmente un contributo attualizzato e contemporaneo sul tema della condizione femminile.
Dario Lo Scalzo