Abdel Fatah al Sisi, che molti acclamano come l’unico in grado di imporre stabilità in qualità di capo di Stato, si potrà candidare alle presidenziali egiziane, che si terranno tra il 15 e il 21 aprile.
Il via liberà è stato dato dal consiglio supremo militare egiziano, che già in giornata aveva promosso il generale al grado di maresciallo.
L'emittente statale ha anticipato che al Sisi dovrebbe rivolgersi nelle prossime ore alla nazione per annunciare la propria decisione.
Scontri nell'anniversario della rivoluzione: 86 morti
E' intanto salito a 86 il bilancio delle vittime degli scontri del fine settimana per il terzo anniversario della rivoluzione che ha portato alla caduta del regime del'ex presidente Hosni Mubarak. Lo hanno affermato fonti mediche che, nella giornata di sabato, hanno contato 64 corpi colpiti con armi da fuoco alla testa e al ventre, ai quali si aggiungono i 22 della vigilia. I feriti sono almeno 250 mentre gli arresti, secondo fonti di polizia, sono più di un migliaio.
Nelle principali città egiziane i sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi si sono scontrati con le forze dell’ordine, le quali, al Cairo, venerdì, sono pure state l’obiettivo di quattro attentati dinamitardi.
Il vicepremier Ziad Bahaa Eidin si dimette
Fonti della presidenza hanno nel frattempo annunciato che il vicepremier e ministro della cooperazione Ziad Bahaa Eidin ha presentato le proprie dimissioni. Secondo alcuni osservatori, questa decisione potrebbe essere legata a dissidi in seno al governo.
ATS/Ansa/Reuters/AP/A.B./mrj
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Il dato
Complessivamente, dal 3 luglio scorso oltre 1'000 manifestanti che appoggiavano il presidente deposto Mohamed Morsi sono state uccise dalle forze dell'ordine o dai sostenitori delle nuove autorità messe al potere dai militari.