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Il paese dell'anno è l'Uruguay

"Modesto e audace": questa la motivazione fornita dall'Economist che ha incoronato la nazione della marijuana libera esempio di "virtù e civiltà"

  • 20.12.2013, 16:32
  • 06.06.2023, 11:55
Un esemplare capo dello Stato

Un esemplare capo dello Stato

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Il paese dell’anno per l’Economist? L’Uruguay perché “modesto ma audace, liberale e amante del divertimento”. E’ con queste motivazioni che la rivista britannica ha incoronato la nazione di José Pepe Mujica , “nazione simbolo” del 2013. Ed il merito di questo primo posto va tutto al capo di Stato, che è stato capace di sconvolgere la politica con alcuni decisioni storiche come quella di cedere il 90% del suo stipendio allo Stato.

Nell’aprile del 2013 ha poi legalizzato le unioni omosessuali, prima l'aborto, e recentemente la produzione e il consumo della marijuana (guarda l’approfondimento a lato).

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“Potevamo scegliere altre nazioni”, si legge sull’Economist online, “come il Sud Sudan che ha aumentato del 30% il suo Prodotto interno lordo. Ma, il criterio fondamentale per eleggere il miglior paese”, viene sottolineato, “è stato capire se le innovazioni attuate potessero essere utili al resto del mondo”.

Le decisioni adottate dal Governo di Montevideo (storicamente progressista in certi ambiti: nel 1913 fu il primo paese a consentire il divorzio) rappresentano “la possibilità di una passo avanti globale, un esempio di virtù e civiltà”.

AlesS

“Questa legge nasce da un calcolo elettorale e senza che il Governo si sia preoccupato di fare degli studi seri sul problema della droga in Uruguay. Non hanno voluto trovare un accordo politico per cercare il miglior cammino, ci sono molte contraddizioni e un concetto di fondo che a nostro avviso è sbagliato: relativizzare il consumo di una sostanza stupefacente che provoca dei danni alla salute”. Gustavo Penades è senatore del Partido Nacional, uno dei due storici partiti di centro-destra (l’altro è il Partido Colorado) che si sono opposti alla legge sulla marijuana. “Un provvedimento - spiega - che non farà diminuire il consumo di marijuana e presenta delle contraddizioni molto forti. La più evidente è che lo Stato si denomina come produttore e controllore, ma poi delega ai singoli cittadini la possibilità di coltivare sia in forma autonoma sia come membri di club o associazioni create ad hoc per questo. Se permettiamo la produzione domestica, come possiamo controllare, per esempio, che all’interno di una casa il fratello maggiore non faccia provare uno spinello al fratellino minorenne, che per legge non potrebbe consumare marijuana?”. L’opposizione non esclude la possibilità di ricorrere ad un referendum abrogativo già nei prossimi mesi.

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Il primo firmatario

Uno dei primi firmatari del progetto di legge sulla marijuana è il senatore Alberto Couriel (Frente Amplio) che definisce storica l’inedita iniziativa approvata in Uruguay. “La storia recente del Sudamerica dimostra che la strategia di repressione indiscriminato al consumo di droga è fallimentare. Non lo diciamo noi, ma molti ex presidenti e personalità della regione come il brasiliano Fernando Henrique Cardoso, il colombiano Cesar Gaviria, il messicano Zedillo o lo stesso Premio Nobel Vargas Llosa. Paesi come l’Olanda, la Spagna e il Portogallo hanno fatto dei notevoli sforzi in questo senso, ma la nostra è la prima legge che si occupa integralmente della questione, sia della domanda che dell’offerta. Lo Stato controllerà sia la produzione che la vendita e distribuzione, questa è l’assoluta novità”. L’opposizione ha criticato duramente la legge e vi ha accusati di essere in realtà alla caccia di voti, soprattutto fra i più giovani, in vista delle elezioni del prossimo anno.

Milagros Gallero

Milagros Gallero fa parte della Rete di consumatori di droga e coltivatori di marijuana dell’Uruguay. La Red, come viene chiamata, gestisce una casa-rifugio nel quartiere de La Victoria, uno dei più degradati di Montevideo dove somministrano dosi di marijuana come riduzione del danno a ragazzi dipendenti dalla pasta base, i resti della lavorazione della cocaina. Si dice molto soddisfatta della nuova legge. “Siamo felici perché segna un cambiamento storico soprattutto nella percezione della società nei confronti del consumatore di droghe leggere. Sebbene il consumo di marijuana sia legale nel nostro paese da quasi trent’anni, gli utenti sono spesso criminalizzati o additati come tossico-dipendenti e questo provoca una forte condanna sociale. Oggi viene riconosciuto a pieno titolo la possibilità di consumare e di produrre; per chi, come noi, usa la marijuana anche come strategia per ridurre il consumo di droghe pesanti, questo è un grande passo in avanti”.

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