Uhuru Kenyatta mercoledì mattina è diventato il primo capo di Stato in carica a comparire davanti alla Corte penale internazionale, all'Aia. Il presidente kenyota è sotto indagine per crimini contro l'umanità in relazione alle violenze che tra 2007 e 2008 hanno fatto 1'000 morti e più di 600'000 profughi.
La sua difesa (nel corso di un'udienza tecnica considerata cruciale per l'intera procedura) ha chiesto l'abbandono dell'accusa. La Procura riconosce di non avere prove a sufficienza per un processo (previsto un anno fa è stato rinviato), ma imputa la situazione alla scarsa cooperazione di Nairobi e alle ritrattazioni da parte dei testimoni intimiditi. La procuratrice Fatou Bensouda (Gambia) critica il Kenya poiché non fornisce estratti bancari e telefonici che potrebbero provare la colpevolezza del presidente che è stato accompagnato in aula da decine sostenitori presenti in una tribuna separata.
Uhuru Kenyatta era già comparso davanti ai giudici internazionali nel 2013 (quindi prima della sua elezione). Per la durata della sua permanenza nei Paesi Bassi ha delegato i poteri presidenziali al vice William Ruto.
Diem/AFP
TG 20.00 dell'08.10.2014: Uhuru Kenyatta