Parigi vede l’impiccagione del giornalista ed ex leader dell’opposizione iraniana Ruhollah Zam avvenuta sabato mattina come un “atto barbaro”, mentre per Amnesty International rappresenta “un’escalation scioccante nell’uso della pena di morte come arma di repressione”.
La condanna a morte era stata annunciata pochi giorni fa. La Corte suprema del paese islamico ha pronunciato la sentenza capitale per reati di “corruzione sulla terra”, ossia tutti quei crimini commessi da chi cerca di rovesciare il sistema al potere.
La TV statale di Teheran ha annunciato che il “controrivoluzionario” è stato impiccato “per la gravità dei suoi crimini”.
La magistratura e gli apparati di sicurezza delle Guardie della rivoluzione, controllati dai fondamentalisti, con questa nuova esecuzione, stringono ulteriormente la morsa intorno agli oppositori, complicando anche gli sforzi del governo moderato di Hassan Rohani per un possibile rientro degli Stati Uniti nell'accordo sul nucleare, con l'arrivo alla Casa Bianca di Joe Biden.