Sono giunte a destinazione ieri (sabato) a Gerusalemme le decine di migliaia di persone partite da Tel Aviv che si sono riunite in una marcia di protesta contro la riforma giudiziaria intrapresa dal Governo di Benjamin Netanyahu. Hanno percorso quasi 60 chilometri affrontando temperature fino a 35 gradi.
Da oggi hanno in progetto di raccogliersi davanti alla Knesset, il Parlamento israeliano, per fare ulteriori pressioni. Alle contestazioni contro la riforma, che mira a ridurre di molto le prerogative del potere giudiziario rispetto all’esecutivo (in pratica mira a escludere il diritto della magistratura di pronunciarsi sulla ragionevolezza delle decisioni del Governo), hanno preso parte anche mille riservisti dell’aviazione ed ex responsabili della sicurezza. Anche il ministro della difesa Yoav Gallant ha espresso preoccupazioni, facendo pressioni affinché venga trovata una via di compromesso.
E mentre il paese è in pieno fermento, ed è così da mesi, il premier è stato costretto a sottoporsi a un’operazione chirurgica per l’impianto di un pacemaker nella notte tra ieri e oggi. L’intervento, hanno detto i medici, è avvenuto con successo. Dovrebbe già essere dimesso in giornata e raggiungere la Knesset proprio per presenziare all’inizio dei dibattiti per l’approvazione della prima fase della riforma giudiziaria. "Sto molto bene", ha affermato nel pomeriggio, confermando che lunedì sarà ai dibattimenti.

In Israele una "giornata di resistenza"
Telegiornale 18.07.2023, 12:30