La polizia russa ha arrestato venerdì la dirigente dell’azienda che possiede il centro commerciale di Kemerovo, in Siberia, che è bruciato domenica scorsa uccidendo 64 persone, in maggioranza bambini. La tragedia ha suscitato un’ondata di collera in tutta la nazione, soprattutto contro la corruzione e l’incompetenza che si ritiene siano tra i motivi dell’accaduto.
È finita in manette anche la responsabile della società pubblica incaricata della sorveglianza dei cantieri nella regione, accusata di non aver fatto nulla per impedire che la mall fosse costruita in modo "illegale".
La Commissione d’inchiesta di Russia, ente statale incaricato di indagare su circostanze di ampio rilievo, ha reso noto in merito alla disgrazia che la responsabile della società finita in manette è stata ritenuta responsabile delle lacune dal profilo della sicurezza nella mall di Kemerovo finita in cenere. Gli inquirenti hanno affermato che le uscite d’emergenza erano bloccate e che il sistema d’allarme antincendio non aveva funzionato.
Reuters/ATS/EnCa