Sulley Muntari, calciatore ghanese del Pescara, è un esempio per l'Alto commissario ONU mentre è da squalificare per i regolamenti del calcio.
Il paradosso si spiega con quanto accaduto il 30 aprile quando Muntari ha avuto un diverbio con l'arbitro Minelli, che non era intervenuto mentre alcuni tifosi del Cagliari intonavano cori razzisti. Il giudice sportivo ha comminato un turno di squalifica al calciatore ma ha deciso l'assoluzione del club rossoblù. Tutto a termini di regolamento, perché Muntari è stato espulso per doppia ammonizione (una per proteste, l'altra per aver lasciato il campo senza autorizzazione durante il diverbio): quanto alla società, mancano i presupposti per la sanzione (i cori sono stati intonati da un gruppo sparuto di tifosi, una decina).
La "rivolta" di Muntari ha avuto un'eco: gli inglesi lo hanno difeso, bacchettando l'Italia colpevole di "fare poco contro il razzismo sui campi di calcio". Il caso è finito all'ONU: "E' un esempio nella lotta al razzismo", ha detto l'Alto Commissario per i diritti umani, Zeid Ra'ad al-Hussein.
ANSA/M. Ang.