Dopo la Corea del Sud, lo Sri Lanka e le Filippine. Papa Francesco torna in Asia dopo il viaggio in agosto nelle chiese di Seul. Segno di un pontificato alla ricerca costante di nuove frontiere. La sua è una scelta voluta, nel segno di un programma che all'Europa ha concesso sinora solo una toccata e fuga, all'Europarlamento di Strasburgo, nel novembre scorso.
Nella sua Weltanschauung, la strategica visione del mondo, l'Asia sembra contare di più, anche se il cattolicesimo è minoranza in molti paesi. È stato il caso della Corea del Sud, in estate, è il caso dello Sri Lanka, da lunedì 12 al 15 gennaio. Troverà un Paese che ha appena voltato le spalle al presidente Rajapaksa e che ha fortemente bisogno di ritrovare un punto di dialogo condiviso tra la maggioranza buddista e le minoranze indù e cristiana, quest'ultima al 7% sul totale della popolazione.
Altrove Papa Francesco - con alterne fortune, vedi Israele e Turchia - si è posto come elemento pacificatore in contesti in cui i cristiani sono minoranza. Lo farà anche nello Sri Lanka, cercando di coinvolgere il neo-eletto presidente Maithripala Sirisena, evitando se possibile le strumentalizzazioni politiche di parte. Il momento è propizio: I Vescovi locali sono convinti che grazie al nuovo presidente si apra finalmente uno spazio di dialogo e di pace.
Poi, giovedì 15 gennaio, Francesco sbarcherà all'aeroporto di Manila, accolto da milioni di fedeli del più popolato Stato cattolico asiatico. Nelle Filippine la Chiesa è ancora potente, l'influenza sulla politica è forte, anche se su temi come aborto, divorzio, contraccezione, si sta imponendo una linea laica, non influenzata dai dettami della religione. Francesco terrà fede alla sua natura, si darà il tempo per stare vicino agli ultimi, alle centinaia di migliaia di filippini messi in ginocchio dal tifone Yolanda, a Tacloban. E troverà certamente il tempo per dialogare a lungo con il cardinale di Manila, Luis Antonio Tagle. Il suo nome era già tra i papabili allo scorso Conclave. Quest'uomo di 57 anni, potrebbe rappresentare la continuazione della linea di Bergoglio, nella Chiesa del XXI secolo.
Bruno Boccaletti