Un video raro, inedito, scoperto dopo due anni di ricerche, che arricchisce la storia delle cosiddette “comfort women”: donne per il conforto. Venivano chiamate così, le ragazze – anche minorenni – strappate alle loro case in Corea del Sud, Cina, Filippine e costrette a prostituirsi per i soldati giapponesi nei territori da loro occupati durante la seconda guerra mondiale. Sarebbero state 200'000, l’80% circa di loro provenivano dalla Corea.
Su questo argomento, le relazioni tra Corea del Sud e Giappone sono sempre state tese: le ragazze di allora chiedevano delle scuse e l’assunzione di una responsabilità legale da parte di Tokyo, che ha sì chiesto perdono e versato dei risarcimenti al governo di Seoul, ma non direttamente alle vittime.
In cambio, Tokyo insiste perché venga rimossa la statua dedicata alle comfort women posta davanti all’ambasciata giapponese nel 2011. Ma per quelle donne si tratta di un simbolo irrinunciabile.
Brigitte Latella