Abdullah Ahmed Abdullah, il numero due di Al Qaida, accusato di essere il cervello degli attentati del 1998 alle ambasciate americane in Kenia e Tanzania (224 morti e centinaia di feriti), è stato ucciso in Iran 3 mesi fa da due agenti israeliani per conto degli USA. Lo scrive il New York Times con la conferma di fonti di intelligence.

RG 12.30 del 14.11.2020: il servizio di Paola Nurnberg
RSI Info 14.11.2020, 13:45
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Il leader dell'organizzazione, nome di battaglia Abu Muhammad al-Masri, è stato eliminato nelle strade di Teheran da due persone su una moto il 7 agosto, giorno dell'anniversario dell'attacco alle ambasciate USA.
Finora erano circolate voci sulla sua morte ma Al Qaida non l'aveva mai annunciata e nessuno l'aveva confermata. Al-Masri è stato ucciso insieme con sua moglie Miriam, vedova di Hamza bin laden, uno dei figli di Osama bin Laden, il fondatore di Al-Qaida. Non è chiaro, precisa il NYT, quale ruolo abbiano giocato gli Usa, che hanno tracciato i movimenti di Al-Masri e di altri dirigenti di Al-Qaida in Iran per anni.
Al-Masri, 58 anni, era tra i fondatori dell'organizzazione terroristica e si ritiene che fosse il primo in linea di successione dopo il suo leader attuale Ayman al-Zawahri. L'FBI aveva offerto 10 milioni di dollari per la sua cattura e fino ad oggi la sua foto era ancora nella lista delle persone più ricercate.