Una ricerca pubblicata su Science Advances, conferma non solo che alcune di migliaia di anni fa il deserto del Sahara era ricco di vegetazione, ma suggerisce anche che le condizioni climatiche in Africa settentrionale cambiano regolarmente ogni 20'000 anni: periodi di "verde" si alternerebbero a fasi di desertificazione, da almeno 240'000 anni.
La ricerca
Tali conclusioni sono state rese possibili dall'analisi dei sedimenti sulle coste occidentali del continente: quando il Sahara è più secco e arido, la quantità di polveri trasportate dai venti e accumulate nel suolo è maggiore, parallelamente alla concentrazione di torio, un elemento che si forma dal decadimento dell'uranio radioattivo. L'analisi delle percentuali di questa sostanza ha permesso di estrapolare il relativo tasso di desertificazione dell'area.
Le cause
Secondo David McGee del MIT, uno degli autori della ricerca, il motivo di questo fenomeno è da ricercarsi nella variazione periodica dell'inclinazione dell'asse terrestre, che oscilla tra i 22,5° e i 24,5° ogni 40'000 anni. Ciò influenza le correnti monsoniche, le quali non sono un esclusiva dell'Asia, ma si verificano anche nel continente africano.
Le conseguenze
Senza la possibilità di sfruttare questi "periodi verdi", i nostri antenati, probabilmente, non sarebbero mai riusciti ad abbandonare il continente africano, a partire da 170'000 anni fa, raggiungendo Europa ed Eurasia.