Aquatis, struttura costata 64 milioni di franchi e che non ha rivali in Europa per quanto riguarda la presentazione di organismi che popolano le acque dolci, interessa assai meno di quanto non prevedessero i promotori nel 2017, anno dell’inaugurazione.
Secondo i dati in possesso della RTS, l’ente radio-televisivo romando, che ne ha dato notizia domenica, i visitatori dell’acquario-vivario losannese quest’anno non saranno più di 220-240'000, ben al di sotto quindi dei 450'000 preventivati. Ambizione che era già stata rivista al ribasso al termine del primo esercizio, conclusosi con 379'000 ingressi.
Una situazione difficile, poiché è problematico limare sui costi fissi (gestione e personale), che restano di svariati milioni sull’arco dei 12 mesi.
Cifre e tendenze confermate da Bernard Russi, capofila dei fautori, il quale però ritiene prematuro azionare il segnale d’allarme. Il traguardo dovrà essere raggiunto sull’arco di cinque anni e nel 2022 -ritiene- gli incassi supereranno finalmente le spese. Obbiettivo, ulteriormente ridimensionato nel frattempo a 330'000 entrate, che potrà essere centrato anche grazie a campagne pubblicitarie più incisive e ad esposizioni puntuali, la prima delle quali in ottobre, riguardante il biotopo amazzonico.