Svizzera

Difesa aerea contro i droni, Berna trova un solo candidato

Un unico concorrente nella gara di appalto lanciata alcuni mesi fa, Armasuisse deve ora decidere se comprare tedesco o ripartire da capo

  • 12.07.2024, 14:16
01:42

RG 12.30 del 12.07.2024 La corrispondenza di Alessio Veronelli

RSI Info 12.07.2024, 14:14

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Di: RG 

La Svizzera non è protetta in modo efficace contro attacchi con droni o missili e quindi il Governo intende dotarsi di un nuovo sistema di difesa aerea. Tuttavia, il termine per le offerte da parte dei produttori scade oggi, venerdì, e per ora sul tavolo di offerte ce n’è una sola. Offerta per altro che potrebbe non convincere pienamente i responsabili di Armasuisse.

“Una situazione mai verificatasi prima”, dice l’agenzia federale incaricata dell’armamento dell’esercito, che di solito si trova a dover valutare diverse proposte. Una questione di mancanza di tempo, viene spiegato: il concorso era infatti stato lanciato solo pochi mesi fa. Il budget a disposizione è di 660 milioni di franchi.

A fine aprile infatti a tre produttori, la società norvegese Kongsberg, il consorzio europeo MBDA e la tedesca Diehl Defence, era stato chiesto di sottoporre un’offerta per un nuovo sistema terra-aria a media gittata, ma a rispondere sono stati solo i tedeschi. Una non scelta, insomma, per l’esercito svizzero, che può ora consegnare il tutto alla Diehl senza particolari margini di manovra, vista la mancanza di concorrenti. Diehl che deve però prima soddisfare i requisiti richiesti. Oppure la Confederazione può annullare la gara di appalto e ripartire da zero, senza però garanzie di un esito diverso senza aumentare il budget.

Solo pochi giorni fa poi, il capo dell’armamento Urs Loher, aveva firmato la domanda di adesione della Svizzera al progetto europeo di difesa aerea integrata European Sky Shield, di cui Diehl Defence è un importante partner. Da parte elvetica si è però già detto che questo fattore non avrà un peso decisivo e che la scelta del produttore per il nuovo sistema di difesa aerea non costituirà un elemento decisivo per la candidatura. Gli Stati membri hanno due mesi di tempo per esprimersi sulla richiesta elvetica, mentre Armasuisse farà sapere entro fine settembre se accettare l’unica offerta sul tavolo.

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