Ticino e Grigioni

“Nell’inseguimento a Ponte Tresa c’era una pattuglia della Cantonale”

La Procura di Varese chiarisce la dinamica dell’intervento degli agenti svizzeri in territorio italiano - Sono in corso approfondimenti per capire se vi sono state eventuali violazioni

  • Ieri, 20:12
  • Ieri, 20:13
Foto_inseguimento_Lavena.png

Il luogo dove si è concluso l'inseguimento transfrontaliero e che ha visto operare anche la polizia cantonale

  • Foto di Nicola Antonello
Di: sdr 

Ha suscitato diversi dubbi e domande circa la legittimità - da una parte e dall’altra del confine - lo sconfinamento a Lavena Ponte Tresa avvenuto mercoledì scorso ad opera della polizia ticinese per fermare un’autovettura condotta da una 42enne cittadina svizzera.

Fra Svizzera e Italia è infatti in vigore un “Accordo sulla cooperazione di polizia e doganale tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero” che permette ai reciproci agenti, per questioni di sicurezza, doganali e migratorie, di entrare nel territorio dell’altro Stato. Uno degli articoli del suddetto accordo elenca quali “corpi” sono impiegati per questo genere di inseguimenti transfrontalieri. Non si fa riferimento alle polizie comunali, ecco spiegato il motivo delle perplessità che non hanno mancato di scatenare anche l’interesse dei social network lungo la fascia di frontiera.

Un chiarimento su quanto avvenuto è arrivato sabato pomeriggio dalla Procura di Varese.

“Nel tardo pomeriggio del 14 maggio 2025 - si legge nel documento - un’autovettura Toyota Aygo, condotta da una 42enne cittadina svizzera che, precedentemente, in territorio elvetico si era resa autrice di gravi infrazioni alla circolazione stradale e presunte e importanti violazioni della legge penale svizzera, alle 18.45 circa ha attraversato in contromano e con una condotta di guida molto pericolosa, il valico Doganale di Ponte Tresa inseguita, con i sistemi acustici e luminosi accesi, da tre veicoli della polizia ticinese: uno Cantonale e due Comunali”.

Sempre da Varese precisano che la folle corsa dell’utilitaria è proseguita nonostante il lavoro della polizia ticinese che aveva chiuso ogni via di fuga. L’automobilista non si è comunque fermata ed ha tamponato uno dei due veicoli inseguitori. “Immediatamente dopo, prosegue la nota, quando gli agenti elvetici si stavano ancora adoperando nel contenimento della donna, è intervenuta una pattuglia della Stazione Carabinieri di Ponte Tresa per tutti gli accertamenti di rito. A compimento degli atti di polizia giudiziaria e con il consenso dell’Autorità Giudiziaria, la donna è stata accompagnata al confine per essere prelevata dalle autorità sanitarie e di polizia ticinesi. Nella tarda serata, a conclusione di tutti gli accertamenti e dell’assunzione delle fonti testimoniali, anche gli agenti della Polizia Cantonale e Comunale hanno fatto rientro in Svizzera.

L’inseguimento transfrontaliero è previsto, per i Paesi aderenti, dall’art. 41 della Convenzione di Applicazione dell’Accordo di Schengen, regolamentato, tra Italia e Svizzera, dall’art 12 dell’Accordo sulla Cooperazione di Polizia e Doganale siglato il 14.10.2013. In relazione a eventuali violazioni di ordine penale e di rispetto delle convenzioni internazionali - conclude la Procura di Varese - sono ancora in corso, per la rispettiva parte di competenza della Procura della Repubblica e del C.C.P.D. di Chiasso, gli approfondimenti del caso”.

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare