Comuni e imprenditori della Valposchiavo sono convinti che la doppia imposizione fiscale prevista dall’accordo italo-svizzero e il contingentamento dei permessi che potrebbe arrivare con l’applicazione della votazione del 9 febbraio 2014 spingeranno i giovani frontalieri a prendere casa in Svizzera.
La prima operazione immobiliare che guarda dritta oltre confine è partita a Brusio dove un vecchio hotel dismesso da anni, a due passi dal Municipio, sarà trasformato in residence tentando di pescare proprio nel bacino dei circa 900 lavoratori valtellinesi che quotidianamente superano il valico di Campocologno. Una politica decisamente diversa rispetto a quella adottata da alcune agenzie ginevrine che ai frontalieri non affittano più (si vedano i correlati).
L’interesse per l’iniziativa brusiese, a quanto pare, c’è. Agli sportelli comunali è già arrivata una decina di richieste d’informazione da parte di italiani.
Il mercato immobiliare in valle sembra rivivere una nuova stagione, complice anche la legge sulle case secondarie che incentiva a ristrutturare.
D’altra parte c’è, però, chi invita alla calma, ricordando la corsa al mattone di alcuni anni fa quando venne lanciato il progetto Lago Bianco. L’euforia passò in fretta e la valle ora ha molti appartamenti sfitti o invenduti.
Diem/Quot
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