Anche dopo la fusione con BSI, il CEO di EFG International, Joachim Strähle, continuerà a puntare sulla sede di Lugano. "BSI esisterà sempre come marchio", precisa in un'intervista pubblicata venerdì da Finanz und Wirtschaft.
A suo avviso la cultura aziendale dei due istituti non è fondamentalmente differente poiché "nelle due società si è confrontati con flussi di denaro e redditività". Le attività di retail di BSI, che impiegano ora 35 persone, saranno mantenute, "ma il punto di forza di BSI resta il private banking", ha ribadito Strähle.
Il CEO non ha fornito dettagli sul futuro della piattaforma informatica della nuova entità bancaria, ma ha annunciato che la fusione permetterà di risparmiare 185 milioni di franchi, principalmente nel settore informatico. Il CEO di EFG si attende un deflusso di fondi della clientela compreso fra il 5 e il 10%. È una previsione "volontariamente relativamente alta, così come i costi d'integrazione di 200 milioni di franchi", ha concluso.
ATS/EnCa