CRAI, negozietti spiazzati

Lo sciopero, per contrastare i licenziamenti decisi dall’azienda, in atto da martedì alla centrale di distribuzione CRAI di Riazzino sta provocando loro qualche difficoltà di approvvigionamento. Ma i gerenti degli oltre 40 negozi che in Ticino e nel Moesano fanno capo alla ditta non ce l’hanno con i lavoratori che hanno deciso di incrociare le braccia. Anzi. Diversi tra quelli che abbiamo raggiunto telefonicamente mercoledì mattina esprimono solidarietà e la speranza che l’atto di forza permetta di giungere in tempi brevi a una schiarita definitiva di una situazione che da mesi non li soddisfa appieno.

Le difficoltà nei rapporti tra CRAI Suisse e i dettaglianti, ci fanno capire i gerenti, durano da diversi mesi. In Ticino la società gestisce sette commerci CMarket. Inoltre fornisce una quarantina di altri negozi. In genere si tratta di piccoli alimentari di paese, soprattutto nelle valli, che un tempo facevano parte del circuito Usego, poi sono passati ad Alisa ed, infine, al marchio italiano.

"Certo che lo sciopero ci causa dei problemi, i prodotti CRAI, e quelli delle altre case italiane che compriamo attraverso di loro non sono arrivati, ma per il momento la clientela non ne risente. Per fortuna abbiamo altri fornitori con i quali negli ultimi mesi abbiamo intensificato la collaborazione" afferma la gerente di un negozio mesolcinese. È una delle più colpite non avendo ricevuto la fornitura del martedì. In diversi altri commerci è invece arrivata prima dell'avvio dello sciopero. Le difficoltà concrete, in questi casi, potrebbero arrivare tra alcuni giorni, soprattutto se dovesse saltare l’approvvigionamento di venerdì, indispensabile per riempire gli scaffali in vista del weekend.

Diem/EnCa

RG 07.00 del 07.10.2015 Il servizio di Darco Degrussa