Condanna confermata ma pena ridotta dalla Corte d’appello per il 31enne eritreo che, nel 2013, aggredì con estrema violenza la moglie per futili motivi, ferendola in modo serio.
L’uomo è stato nuovamente riconosciuto colpevole di tentato omicidio, ma la pena è stata portata da cinque anni e tre mesi a tre anni e tre mesi. In appello il livello della scemata responsabilità è stato infatti portato da lieve a medio.
Respinta invece la tesi della difesa, secondo la quale l’uomo non aveva intenzione di uccidere la moglie, a causa della violenza delle botte, portate anche con una teiera d'argento, in seguito alla quale la donna fu ricoverata per quasi un mese.
CSI/sf