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Bruxelles demolisce la riforma della giustizia polacca

La sentenza della Corte di giustizia dell'UE evidenzia la minaccia per l'indipendenza dei giudici contenuta nella modifica di legge

  • 5 giugno 2023, 19:03
  • 26 giugno 2023, 11:58
La Corte di giustizia dell'UE richiama all'ordine la Polonia

La Corte di giustizia dell'UE richiama all'ordine la Polonia

  • Reuters
Di: ATS/Spi

La Corte di giustizia dell'UE ha annunciato lunedì la bocciatura della riforma della giustizia polacca, accogliendo il ricorso della Commissione europea secondo cui il provvedimento rappresenta una minaccia all'indipendenza dei giudici. Lo comunica la Corte UE in una nota. La riforma, demolita dalla sentenza, ruota attorno alla camera disciplinare della Corte suprema polacca, organo che ha la competenza di decidere in merito a controversie che hanno un'incidenza sulle funzioni di giudice. Uno dei principali nodi, secondo la Corte UE, è che tale organo "non soddisfa il necessario requisito di indipendenza e imparzialità".

Il braccio di ferro è in atto dal 14 luglio 2021, quando il giudice europeo aveva ordinato la sospensione dell'applicazione delle norme relative alle competenze della camera disciplinare della Corte suprema. Ad ottobre 2021 la Corte UE ha comminato una multa da un milione di euro al giorno per non aver sospeso la camera disciplinare, multa dimezzata ad aprile scorso dopo il parziale adempimento da parte di Varsavia.

Nella nota che riassume la sentenza, viene inoltre stigmatizzato il "carattere relativamente ampio e impreciso delle disposizioni della legge di modifica denunciate dalla Commissione europea", che possono pregiudicare l'operato dei giudici. Infine, fa a pugni con il diritto superiore europeo, il fatto che "le disposizioni nazionali polacche impongono ai giudici di presentare una dichiarazione scritta indicante la loro eventuale appartenenza a un'associazione, a una fondazione senza scopo di lucro o a un partito politico e che prevedono la pubblicazione online di tali informazioni violando i diritti fondamentali di tali giudici alla tutela dei dati personali e al rispetto della vita privata".

Alla riforma polacca viene, in buona sostanza, contestato uno strappo nello "Stato di diritto", il cui valore , scrive la Corte di giustizia dell'UE, "fa parte dell'identità stessa dell'Unione quale ordinamento giuridico comune e si concretizza in principi che comportano obblighi giuridicamente vincolanti per gli Stati membri". I Paesi dell'UE sono dunque "tenuti a provvedere affinché sia evitata qualsiasi regressione, sotto il profilo del valore dello Stato di diritto, della loro legislazione in materia di organizzazione della giustizia, astenendosi dall'adottare norme che possano pregiudicare l'indipendenza dei giudici".

Il governo polacco: "Verdetto corrotto"

Dopo la bocciatura della riforma della giustizia, arriva la replica del governo polacco che attacca la Corte di giustizia dell'UE. È un verdetto "corrotto", ha affermato il ministro della Giustizia di Varsavia, Zbigniew Ziobro.

Il verdetto "non è stato scritto dai giudici ma dai politici", in "violazione dei trattati", e per questo "il principale tribunale dell'UE è corrotto", ha rincarato il falco del governo polacco e padre della contestata riforma sulla magistratura.

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