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Charlie: più che un nome

La storia non solo di una rivista, ma di un simbolo, di una data e di un movimento di piazza

  • 12 gennaio 2015, 07:29
  • 7 giugno 2023, 03:24
Lo sono anch'io

Lo sono anch'io

  • RSI/AlesS

Chi è Charlie? All'inizio era una rivista satirica. Poi, è diventato la rivista satirica bersaglio di uno un attacco terroristico. Dopo ancora, un simbolo. Una frase: "Je suis Charlie". Una data storica che sancisce un prima e un dopo. Velocemente è cresciuto, si è trasformato in un movimento di piazza, in un inno, nell'espressione di una resistenza, globale.

Charlie!Charlie!

RSI New Articles 11.01.2015, 22:02

Si è ritrovato impresso sui muri di Parigi, sulle scale, sui cartelloni pubblicitari, sui visi della gente. Ovunque ci si muovesse in questi giorni per la capitale francese, lui c'era. E ci sarà ancora per molto tempo.

Tra gli scalini della metropolitana

Tra gli scalini della metropolitana

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Il nostro Charlie ha mobilitato centinaia di migliaia di persone. Ma non si è fermato qui. Le ha spinte a muoversi insieme. Le singole identità, per un giorno, sono rimaste a casa. Nei boulevards, l'11 gennaio 2015, tutti erano un solo Charlie. Anche i politici, quelli che fanno fatica a trovarsi nello stesso posto e che difficilmente condividono dei pensieri, hanno azzerato le distanze.

Tra la massa

Tra la massa

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Charlie è tutto questo. Rimangono impressi nella mente i visi delle persone che hanno sfilato nel suo nome. Sembravano non finire mai. Si moltiplicavano ad ogni passo fatto. Non c'era tensione tra la folla, ma quasi un sentimento di festa, di sollievo. Applausi si sono accesi e spenti in maniera spontanea.

"Charlie", ha gridato una donna, "è vivo". Ormai, in verità, è senza tempo.

Alessandra Spataro

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