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La cyberguerra di Lidia

Intervista a un’attivista informatica ucraina: “C’è chi produce fake news e chi segnala profili e commenta, ma individuiamo anche i soldati russi sul campo”

  • 13 March 2022, 12:33
  • 23 June 2023, 15:04
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  • UCRAINA

RG 12.30 del 13.03.2022 - L'intervista di Pierre Ograbek all'attivista informatica ucraina

RSI Mondo 13.03.2022, 13:16

  • archivio keystone
Di: RG-Ograbek/dielle

C'è una guerra che si combatte in modo più sottile, una guerra che viviamo anche noi, tramite i social, ma anche gli organi di informazione, ed è quella della propaganda. Da una parte e dall'altra ci sono veri e propri battaglioni di hacker, informatici ed influencer che creano o smontano fake news. Una nuova forma di combattenti, senza fucili ma armati di smartphone, tablet e computer, e che passano le giornate attaccando il nemico a colpi di post e commenti.

L’inviato RSI Pierre Ograbek ne ha incontrata una in Ucraina, a Leopoli. Si chiama Lidia e nell’intervista ha rivelato molti aspetti interessanti su come si stanno muovendo, in rete, gli attivisti ucraini.

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Telegiornale 04.03.2022, 21:00

Il primo giorno di guerra Lidia ha deciso di aderire al cosiddetto Esercito informativo in Ucraina. Che cosa fa lei? Tattica.

“Ci sono dei gruppi legati al marketing e alla comunicazione dei volontari che prendono di mira la propaganda russa e si indirizzano direttamente ai russi – spiega Lidia. C'è ad esempio un gruppo che ha iniziato a produrre fake news ed è composto da alcuni creativi”. Lidia assieme a loro ha riflettuto su cosa fare, e si sono detti: “Ci sono così tante notizie false ora…creiamone ancora di più”. Lidia li ha però lasciati dopo una settimana, ma loro hanno avuto e hanno molto successo.

“Hanno ideato delle fake news che poi sono diventate vere, ad esempio sui depositi di dollari in Russia. Vogliono che la gente abbia paura, vanno su dei gruppi Telegram russi e diffondono il panico, vanno su Instagram e prendono di mira le notizie russe”.

Lidia però ha deciso di unirsi ad altre forze: cercano dei profili su Instagram, su Facebook o altre reti sociali e lì segnalano, scrivono commenti su ciò che sta capitando per davvero, cercano dei messaggi d'odio nei confronti degli ucraini e li segnalano per poi farli bloccare. “È stato fatto per migliaia e migliaia di pagine. Di recente poi si sono scoperti anche dei profili di soldati russi, su Instagram in particolare, dove mostrano la loro posizione: sono stati segnalati anche alle cybertruppe ucraine e loro li hanno segnalati all'esercito che li ha trovati”.

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RSI Mondo 28.02.2022, 16:55

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In Russia è diventato quasi impossibile fare capo ad una stampa indipendente e libera. Tutto questo lavoro di Lidia e del suo gruppo di attivisti dell'informazione, non rischia di portare a una confusione tale da non avere più un'informazione affidabile anche in Ucraina?

“Il nostro panorama mediatico è molto diverso da quello russo, possiamo scegliere cosa leggere, la propaganda è una cosa spaventosa e non penso che sparirà. Ci sono delle convinzioni così profonde… da quel che ne so due mesi di contro propaganda possono già far cambiare le opinioni, ma per il momento è impossibile riuscirci. Penso comunque che in Ucraina resterà la libertà d'opinione, la manterremo”.

A Lidia però facciamo notare come molti gruppi editoriali ucraini siano in mano ai ricchi oligarchi del Paese, con i loro importanti interessi personali. “Sì, hai proprio ragione, per questo siamo andati su Telegram. La gente più anziana guarda ancora la TV, ma noi non abbiamo più fiducia, cerchiamo fonti alternative e consultiamo molti canali Telegram, nei quali si possono confrontare molte opinioni. Attualmente è una buona cosa per noi”.

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