Il bombardamento da parte dell'aviazione statunitense dell'ospedale gestito da Medici senza frontiere a Kunduz non può essere considerato un crimine di guerra, ma il frutto d'una sequela d'errori umani e tecnici.
Sono queste le conclusioni del rapporto presentato venerdì a Washington da cui risulta, in particolare, che alcuni militari non hanno rispettato le regole.
Stando al generale Joseph Votel, incaricato dell'esposizione alla stampa, il termine "crimine di guerra" è da riservare agli atti intenzionali, ciò che non è stato il caso il 3 ottobre scorso, quando la struttura venne colpita mentre era in corso la riconquista della città afghana occupata dai fondamentalisti, provocando la morte di 42 persone.
AFP/dg