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"Non sento che in Russia siamo al sicuro"

L'informazione sulla guerra nella Federazione: "Molti sono stati avvelenati dalla propaganda", sottolinea un inviato del giornale d'opposizione Novaya Gazeta

  • 20 marzo 2022, 14:16
  • 23 giugno 2023, 17:25

RG 12.30 del 20.03.22 - L'intervista di Giuseppe D'Amato

RSI Mondo 20.03.2022, 14:11

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Cosa sanno i russi della guerra in Ucraina e qual è il loro sostegno a Vladimir Putin?

L'informazione ufficiale presenta un Paese unito dietro al capo del Cremlino, come é stato messo in scena venerdì scorso fa in uno stadio di Mosca. Il nostro collaboratore Giuseppe d'Amato ha intervistato in merito una delle rare voci indipendenti: Pavel Kanyghin, inviato di Novaya Gazeta. Questo giornale è la testata d'opposizione al Cremlino e il suo direttore, Dimitri Muratov, è stato insignito in dicembre del premio Nobel per la pace.

È tutto molto pericoloso. Non sento che in Russia siamo al sicuro. L'atteggiamento di chi la pensa diversamente si esplicita nella guerra in Ucraina. Ma questa guerra è iniziata dai cittadini russi dalla parte del potere, che se la prende con i dissenzienti. Putin ha parlato di quinta colonna e ha detto che bisogna iniziare a fare pulizia. Le forze dell'ordine e la procura capiscono che devono realizzarla. Stanno così iniziando i procedimenti penali. In Russia non esiste altra opinione differente da quella dello Stato. Già a livello ufficiale ci vietano di esprimere un altro punto di vista. L'adunata allo stadio è stata la festa della guerra, della vittoria del pensiero unico, del totalitarismo vincente. La gente si è fatta mobilitare da questo potere. Si realizza così la ripetizione della stessa storia che vi è stata in Germania e in Italia.

Che cosa sanno i russi di quanto sta succedendo in Ucraina?

Che gli ucraini si preparavano a iniziare la guerra. Che Kiev stava per attaccare la Russia, forse anche con armi atomiche e chimiche... Da otto anni viene ripetuto che gli ucraini non ci amano, umiliano i russi e la nostra lingua, rubano tutto e non pagano. Viene evidenziato che, poichè noi siamo i loro fratelli maggiori, dobbiamo rieducarli. Partendo da questo paradigma, i russi perdono il resto dell'informazione. Così anche se a loro viene raccontata la verità, questa non lascia il segno. Tali convinzioni sono state create nel corso di anni.

Ma come è stata possibile una cosa del genere?

Di certo molti russi, ma non tutti, sono stati avvelenati dalla propaganda, che ha edificato questa costruzione nella loro mente. Serviranno lunghi anni affinché la gente impari ad espellere questo veleno e distingua fra propaganda e opinione, fra vero e falso, fra un fatto e la sua supposizione. Sarà un processo molto lungo. Nonostante tutto credo che circa metà dei russi sia contro la guerra. E ha paura. Nella memoria sono rimasti i racconti di quanto è successo durante la Seconda Guerra Mondiale.

I sondaggi ufficiali, tuttavia, appaiono eloquenti: il 70% dei russi intervistati sosterrebbe l'operazione militare speciale in Ucraina...

La gente ha paura di dire la verità. Quei sondaggi che parlano del 70% non rispondono alla realtà. Quando gli intervistatori si avvicinano per strada, molti si rifiutano di rispondere. Certo, ci sono quelli che sono per la guerra. Ma non credo che siano più della metà.

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