“Mi sembra un po’ una tempesta in un bicchier d’acqua”: commenta così Peter Regli (dal 1991 al 1999 a capo del servizio d'informazione della Confederazione) le recenti rivelazioni relative all’attività di spionaggio degli Stati Uniti, che avrebbero spiato le conversazioni telefoniche di 35 leader politici e militari nel mondo.
“Vorrei ricordare che uno Stato sovrano, in linea di massima, non ha amici ma solo interessi nazionali, ai quali devono essere sottoposte tutte le azioni dello Stato, incluse quelle dei servizi segreti”, aggiunge Regli, ospite venerdì mattina di Albachiara su Rete1.
“La lotta contro il terrorismo è solo uno degli interessi nazionali, condiviso da tutti i paesi democratici. Ma qui stiamo parlando della difesa di interessi economici, finanziari, politici, eccetera. Ad esempio se gli Stati Uniti stanno negoziando con la Germania è normale che vogliano avere una posizione di forza”.
"Meglio una passeggiata nel bosco, come nei film"
“Queste pratiche ci sono sempre state”, spiega senza tanti giri di parole Regli. “Non sarei sorpreso se anche i politici svizzeri ad alto livello, ormai schiavi dei moderni mezzi informatici (compreso l’uso dei social network facebook e twitter) fossero intercettati”. “Il metodo più sicuro per trasmettere informazioni sensibili è ancora quello di andare a fare una passeggiata in un bosco e discutere direttamente con la persona interessata. Come nei film”.
Albachiara/cos
Gallery audio - Regli,"Tempesta in un bicchier d'acqua"
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Peter Regli al microfono di Giuseppe Bucci e Francesca Margiotta
RSI Info 25.10.2013, 10:57