È iniziato lunedì a Monaco di Baviera il processo di Ulrich "Uli" Hoeness. Il presidente della squadra di calcio della città, il Bayern, è accusato di evasione fiscale per aver depositato diversi milioni di euro in nero su un conto bancario in Svizzera.
Il processo non deve stabilire se il 64enne sia innocente o meno (poiché si è lui stesso autodenunciato nel gennaio del 2013), ma l’entità della pena. Spera di cavarsela con una multa, nonostante la legge tedesca preveda da 5 a 10 anni di carcere per chi sottrae oltre un milione di euro.
Già negli anni ’70, quando ancora era un giocatore, Hoeness aprì un conto in Svizzera senza dichiararlo. A partire dal 2009, quando diventò presidente del più ricco club calcistico tedesco, depositò milioni di euro su questo conto, reinvestendoli in borsa, anche per conto di amici.
Davanti ai giudici ha ammesso di aver evaso 18,5 milioni di euro: ben 15 milioni in più di quanto sostenuto dall'accusa. «Sono felice che adesso sia tutto sul tavolo - ha
detto -. Farò tutto il possibile perché questa vicenda, che per me è motivo di forte tensione, sia chiusa».
ATS/RG/RedMM/mrj
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La corrispondenza di Walter Rauhe
RSI Info 10.03.2014, 13:22