Svizzera

"Sono molto preoccupato. Anzi, sono allarmato"

Fabio Regazzi sull'attuale rincaro dei prezzi: l'aumento minaccia l'esistenza delle aziende. L'USAM ha presentato le sue proposte per affrontare la crisi energetica

  • 12 settembre 2022, 19:53
  • 8 febbraio, 12:26
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Fabio Regazzi, presidente dell'USAM e consigliere nazionale (Centro/TI), esprime preoccupazione rispetto l'attuale crisi energetica

  • archivio Keystone
Di: ATS/eLP

L'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) ha presentato oggi le sue proposte per affrontare la crisi nel settore dell'elettricità. Tra queste figurano la rimozione degli ostacoli amministrativi e la possibilità per le aziende di tornare alla fornitura di base.

USAM in azione

"Sono molto preoccupato. Anzi, sono allarmato", così Fabio Regazzi, il presidente dell'USAM e consigliere nazionale (Centro/TI), ha affermato di fronte ai media a Berna oggi, lunedì. Per molte aziende, l'aumento dei prezzi è "insopportabile e minaccia la loro stessa esistenza", continua, chiedendo che "gli ostacoli amministrativi vengano rimossi".

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L'USAM nello specifico chiede il consenso senza permessi per la costruzione di impianti su piccola scala per tutte le tecnologie sostenibili. Tale agevolazione andrebbe consentita in tutte le zone di pianificazione territoriale e varrebbe a livello domestico. A questa richiesta s'aggiunge inoltre quella avanzata dall'associazione delle PMI circa gli annunciati progetti idroelettrici ed eolici su larga scala. Nel particolare si richiede che questi non siano più soggetti a una procedura di opposizione fino a quando non saranno raggiunti gli obiettivi di sviluppo della strategia energetica.

Ritorno all'approvvigionamento di base

L'USAM ha inoltre ribadito la richiesta già formulata il 23 agosto scorso in una lettera indirizzata alla ministra dell'energia Simonetta Sommaruga e a quello dell'economia Guy Parmelin: la possibilità per le aziende di tornare alla fornitura di base per limitare i costi. Tale richiesta vale per tutte le aziende che operano nel cosiddetto mercato libero dell'elettricità, fortemente colpito dall'esplosione dei prezzi. La fornitura di base tuttavia, rimarrebbe legata ad alcune condizioni: le aziende interessate dovranno presentare un preavviso di un anno e una volta entrate nella sopraccitata fornitura dovranno rimanervi per almeno tre anni o pagare una penale del 10% sulla parte energetica.

La richiesta è giustificata da ragioni pragmatiche. Nella situazione attuale, ad esempio, un hotel di montagna - che finora sosteneva costi annuali per l'elettricità pari a 5'000 franchi - ora andrebbe incontro a bollette annuali di circa 162'000 franchi superiori. Anche prendendo in considerazione offerte per la fornitura di energia elettrica più economiche, l'hotel in questione si troverebbe confrontato con un aumento della spesa annua del 1600%. Questi sono alcuni esempi forniti dal presidente di Gastrosuisse Casimir Platzer.

Dal canto suo, lo stesso Fabio Regazzi conferma i dati comunicati da Platzer. Pochi giorni fa infatti il consigliere nazionale ticinese ha dichiarato al Blick che il fornitore di energia elettrica della sua azienda ha aumentato i prezzi del 1600%. La percentuale coincide con quasi un milione di franchi per il prossimo anno. Per l'anno in corso, invece, i costi sono stati di soli 60'000 franchi, ha spiegato al giornale.

Piano di risparmio per settore

Crisi energetica, le proposte di USAM

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In caso di penuria energetica, il divieto di alcune attività e il contingentamento dell'elettricità sono le misure d'emergenza a cui la Confederazione potrebbe essere costretta a ricorrere. L'USAM teme questa eventualità e propone quindi un "livello intermedio" di misure, che si situa dopo il risparmio volontario, ma prima dei divieti e contingentamenti. In questa fase, le industrie dovrebbero proporre e concludere volontariamente accordi di risparmio energetico con l'approvvigionamento economico del Paese. Dovranno inoltre scegliere liberamente come implementare l'accordo. "Il Consiglio federale ha indicato che è pronto a prendere in considerazione la nostra proposta", ha detto Hans-Ulrich Bigler, secondo direttore dell'USAM.

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