Ticino e Grigioni

San Pietro di Stabio, rapinatori condannati

Colpo al distributore: per il 35enne ticinese una pena di 6 anni e due mesi, per la compagna 23enne 18 mesi sospesi

  • 15 novembre 2022, 13:24
  • 24 giugno 2023, 01:34
RM_san_pietro_Stabio_22.10.2021_(4)_ridimensiona.JPG

Il distributore di benzina preso di mira

  • Rescue Media
Di: RG-Kavakcioglu/dielle

È stata condannata la coppia che nell’ottobre dell’anno scorso aveva rapinato un distributore di benzina di San Pietro di Stabio.

La Corte, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, ha concesso alla ragazza -una libanese di 23 anni finora incensurata- una seconda possibilità: ha riconosciuto il caso di rigore e non ha disposto l’espulsione. La pena nei suoi confronti è di 18 mesi di carcere totalmente sospesi: la ragazza può quindi lasciare subito il carcere. Il procuratore pubblico Roberto Ruggeri aveva chiesto per la donna 2 anni e 10 mesi (di cui almeno 14 da scontare) e appunto l’allontanamento dal Paese.

La Corte ha trovato preoccupante la propensione della ragazza a delinquere: aveva in mano tutte le possibilità per fare un passo indietro e invece si è lasciata convincere dal 35enne ticinese con sudditanza a commettere una rapina. Le è stato però riconosciuto il ruolo marginale e il fatto di non aver mai puntato il taser contro nessuno.

6 anni e due mesi al 35enne

Nei confronti dell’uomo, ben noto alla giustizia per reati di spaccio e altre rapine, compiute o tentate, la Corte ha invece deciso per una pena detentiva di 6 anni e due mesi, a fronte di una richiesta di 7 anni.

Secondo la Corte all’uomo sono state concesse fin troppe possibilità e la preoccupazione è che lui non abbandonerà mai la brutta strada. Se è vero che ha confessato, ha detto il giudice, è anche vero che ha dimostrato omertà verso certi delinquenti. E ha sminuito quanto fatto definendoli errori, quando invece sono reati e compiuti più volte, dopo aver già trascorso gran parte della sua vita in carcere. Il giudice ha poi riconosciuto che non ci sono prove che la pistola durante la rapina fosse vera, nemmeno lui l’ha puntata contro qualcuno, come non ci sono prove certe che abbia commesso un altro colpo a Novazzano con altre persone.

A pesare sulla valutazione della loro colpa è stata quindi soprattutto la caduta dell'aggravante delle armi, non essendo provato che ne avessero di vere o che fossero cariche.

Gli avvocati difensori dei due imputati (Samuel Maffi ed Elisa Lurati), che si erano battuti per una riduzione di entrambe le pene, hanno annunciato che non ricorreranno in Appello.

RG 12.30 del 14.11.2022 - Il servizio di Pervin Kavakcioglu

RSI Ticino e Grigioni 14.11.2022, 13:42

  • Rescue Media

Ti potrebbe interessare