Cronaca

“Sospese le uscite per i detenuti”

Lo ha dichiarato il capo del Dipartimento della sicurezza Pierre Maudet; bocche cucite sulle modalità dell’omicidio, aperta un’inchiesta

  • 13 settembre 2013, 19:38
  • 5 giugno 2023, 20:41
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Il capo del Dipartimento della sicurezza del canton Ginevra Pierre Maudet

  • KEYSTONE

“Le uscite accompagnate per tutti i detenuti che sottostanno alla giurisdizione ginevrina sono state sospese a tempo indeterminato”.

Lo ha dichiarato venerdì il capo del Dipartimento della sicurezza del canton Ginevra, Pierre Maudet, nel corso di una conferenza stampa indetta poco dopo il ritrovamento del cadavere della socioterapeuta scomparsa, mentre si trovava in uscita accompagnata con un detenuto, condannato per stupro. Bocche cucite, invece, per quanto riguarda le modalità del delitto, su cui indaga il Ministero pubblico.

Nel corso dell'incontro in molti si sono chiesti come la donna, seppur con esperienza in materia di accompagnamento di persone psicologicamente instabili, fosse potuta uscire da sola con uno stupratore recidivo. "La scelta dell’accompagnatore spetta all’istituto interessato, in accordo con il Servizio di applicazione delle pene del Canton Ginevra, e si basa sulle competenze specifiche della persona", è stato ricordato.

La 34enne uccisa lavorava alla Pâquerette dal 2007 – la struttura carceraria dove il presunto assassino, tuttora latitante, era recluso – e aveva già effettuato oltre 200 uscite con detenuti.

Seconda uscita accompagnata per il 39enne

L'uomo sospettato del delitto non era nuovo ad uscite del genere: già il 3 settembre gli era stata concessa un’uscita pianificata; anche in quel caso era stato accompagnato da una donna sola.

Lo stupratore e presunto assassino era stato condannato in Svizzera a cinque anni di reclusione per violenza sessuale e ad altri 15 anni in Francia, sempre per stupro. Le due pene erano state cumulate e, di conseguenza, stava scontando 20 anni di carcere in Svizzera, una pena insolitamente lunga.

Il 21 gennaio del 2014 avrebbe scontato i due terzi della pena e nel febbraio del 2015 – stando al diritto elvetico – sarebbe dunque stata discussa la sua scarcerazione, sotto forma di libertà condizionata.

Alla luce di quanto accaduto, il Consiglio di stato ha dichiarato che "molte domande dovranno essere poste" e che "l’intero sistema di concessione di uscite accompagnate dovrà essere rivisto".

L.C.

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